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“Il primo grande Referendum nel nostro Paese fu quello del 1974 sul divorzio , immaginatevi se qualche giorno dopo il referendum il parlamento italiano avesse fatto una legge in cui diceva, il matrimonio non è più un matrimonio si chiama legame indissolubile e siccome è indissolubile non c’è più il divorzio”. Ha usato un paradosso la leader della CGIL, Susanna Camusso, per spiegare il suo pensiero su quanto è accaduto in queste ultime con la introduzione delle “Prestazioni occasionali” che vanno a sostituire i voucher sui quali si sarebbe dovuto tenere un Referendum popolare , che non c’è stato perché il governo li cancellò per decreto.
Da qui ne deriva anche un problema istituzionale tanto che la Camusso afferma:” è una tema che riguarda la democrazia, si è fatta una cosa che non è mai successa nella storia della Repubblica cioè non si fanno votare i cittadini e poi si introducono norme equivalenti a quelle che si sono abrogate. Noi pensiamo – ha aggiunto la Camusso – che ci sia una esplicita violazione dell’articolo 75 della Costituzione (quello regola l’istituto referendario, n.d.r.) e che ci sia una scelta che non ha precedenti”.
Secondo la leader della CGIL i “PrestO” o “Prestazione occasionale” “non sono rapporti di lavoro, nemmeno quello occasionale ma un rapporto commerciale; rispetto ai voucher si è messo soltanto un tetto monetario, dopo di che si può svolgere qualunque lavoro, in qualunque modalità e i voucher non è che hanno eliminato il lavoro nero”.
“Ma i lavoro nero non sparisce così – ha ribadito la Camusso – il lavoro nero va perseguito perché è un reato, è evasione fiscale, è evasione contributiva; non è che siccome fanno il lavoro nero devo offrirgli la modalità per sfruttare di più il lavoratore”.
“Il tema vero , che a noi preoccupa molto è che, siccome temevano di perdere il Referendum decidono che non si fanno votare i cittadini ma un minuto dopo si dimentica che quello è un diritto e si trattano le persone che hanno firmato per il referendum come se non hanno titolo di agire. Il Presidente del consiglio Gentiloni disse noi facciamo questa scelta perché non vogliamo dividere il Paese ma nel momento in cui reintroducono le stesse norme il Paese si può dividere?”.
“In tutto questo – ha affermato la Camusso – ci vedo una cosa rancorosa perché noi abbiamo votato in un certo modo sul referendum Costituzionale ma è un atteggiamento profondamente sbagliato”
A specifica domanda della Berlinguer che la intervistava sul palco di Piazza Europa, su cosa farà ora la CGIL (e lo ha ribadito anche a noi), la Camusso ha risposto: “faremo di tutto e di più. Intanto avviamo una petizione popolare e a giugno, il 17 giugno, faremo una grande manifestazione a Roma”.