“Noi rimaniamo in zona arancione a livello regionale perché c’è un bilanciamento delle situazioni tra le due province. I provvedimenti che adotteremo per contenere la diffusione del Covid nelle zone della provincia di Perugia maggiormente colpite saranno puntuali e non regionali, saranno quelli previsti per le zone rosse con il Dpcm del 14 gennaio”.
Dunque grazie a Terni e alla sua provincia, l’Umbria resta area arancione e non diventa rossa.
Lo ha annunciato la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei nel corso di una videoconferenza stampa per fare il punto sulla pandemia.
“Le iniziative che abbiamo già intrapreso con i sindaci dei territori interessati per contenere i contagi – e lo abbiamo fatto con dolore – come la chiusura delle scuole, le abbiamo prese in modo molto veloce e puntuale. Questo oggi ci permettono di stare già sulla linea del contenimento. Anche il professor Rezza ha elogiato il nostro lavoro. Siamo in contatto diretto con l’Istituto superiore della sanità e con il Ministro della Salute Speranza. È un momento doloroso per tutti, soprattutto quando ci sono delle restrizioni, ma quando sono necessarie per la salute dei cittadini lo dobbiamo fare.”
Il direttore della prevenzione del ministero della Sanità Gianni Rezza ringraziando la Regione “per la splendida collaborazione”, ha evidenziato come l’aver individuato celermente le varianti sia molto importante non solo per l’Umbria, ma per tutta l’Italia. “I primi due campioni umbri sono emersi da controlli di routine che si fanno all’Istituto superiore di sanità con l’invio mensile dei tamponi. Una modalità che serve a monitorare l’evoluzione del virus. Una delle due varianti è quella brasiliana che può comportare problemi dal punto di vista dell’efficacia della risposta vaccinale, perché può attenuarla. Sembra essere presente soprattutto nei cluster ospedalieri. La variante inglese ha una maggiore trasmissibilità, ma risponde bene al vaccino.”
Il direttore regionale della sanità Claudio Dario ha fatto il punto sulle varianti umbre.
“Rispetto ai campioni inviati al servizio sanitario sono emersi 18 casi di variante inglese, 12 di variante brasiliana, 3 mutazioni mentre per gli altri ci sono state difficoltà di lettura e varranno ripetuti. La variante inglese è stata individuata prevalentemente nei territori di Bastia Umbra, Perugia e lago Trasimeno, ha un Rt superiore a 0,8 rispetto al virus ‘base’. Ciò vuol dire che gli interventi di limitazione dei contatti oggi sono meno efficaci. messi in atto a novembre hanno dato buoni risultati e quelli identici, applicati a gennaio, non hanno avuto lo stesso esito. Dalla scorsa settimana ci stiamo confrontando con i sindaci per definire il percorso di contenimento del contagio”.
Infine il commissario al Covid Umbria Massimo D’Angelo ha affermato che “le misure che verranno sono la soluzione ottimale per proteggere il nostro sistema sanitario.