I consiglieri regionali del Movimento 5Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, annunciano la presentazionedi un atto ispettivo con cui chiedono alla Giunta di Palazzo Donini “se èvero che l’ospedale Santa Maria di Terni è tuttora privo del Certificato di prevenzione incendi e dunque dell’agibilità, con almeno un procedimento penale in corso a causa dei gravissimi ritardi sin qui accumulati e col rischio di sequestro/chiusura giudiziaria dell’intera struttura”.
Inoltre, Liberati e la Carbonari sostengono che “l’ospedale di Terni risulta essere tra i più vecchi della regione, tanto che l’inaugurazione avvenne nel 1970, ma il progetto iniziale risale addirittura al 1948, mentre la prima pietra sarebbe stata posata nel 1955”, e chiedono di sapere se “ entro il 2018,si intende porre la prima pietra del nuovo super ospedale dell’Umbria sud da collocare nella Conca ternano-narnese,individuando rapidamente le aree più adatte allo scopo, procedendo alle relative trasformazioni urbanistiche, informando pertanto sullo stato di progettazione della futura struttura sanitaria, volta a dismettere definitivamente l’attuale Santa Maria di Terni, edificio di cui, in termini di programmazione, non sono nemmeno chiari gli anni di funzionalità residua”.
Liberati e la Carbonari ricordano che “nel corso del recente passato, pur dopo anni e decenni di attesa, sono stati costruiti ex novo gli ospedali di Perugia, Foligno, Branca, Pantalla, Orvieto, mentre la struttura di Terni è quella che conosciamo, con evidenti problemi, affrontati a suon di diseconomici e inutili rattoppi, con spese superiori a 50 milioni. Peraltro nonostante le ingenti somme spese l’ospedale rimane non antisismico (già chiusa e poi riaperta la mensa per lesioni strutturali, con lavori di messa in sicurezza svolti, ma opere di consolidamento da effettuare),energeticamente dispendioso, con ascensori inadeguati e tali da non garantire una funzionalità ottimale rispetto alle necessità e alle nuove strumentazioni che vengono continuamente movimentate”.
Infine i due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle aggiungono che “secondo i piani già dichiarati in varie sedi la Regione Umbria, per mezzo della Asl, dopo circa 30 anni di attesa sarebbe finalmente pronta a spendere oltre 58 milioni per il nuovo ospedale comprensoriale di Narni-Amelia e circa 26 milioni per la ‘Città della Salute’, ma senza una pianificazione o una programmazione di medio-lungo termine che abbia realmente preso in considerazione l’irreversibile obsolescenza del nosocomio ternano e la fine della sua vita utile”.
LA REPLICA DELL’AZIENDA OSPEDALIERA SANTA MARIA DI TERNI
In attesa che sia data risposta, nelle opportune sedi, all’interrogazione regionale presentata in data odierna dai consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari del Gruppo M5S, la direzione dell’Azienda ospedaliera S. Maria di Terni vuole rassicurare cittadini e utenti sul fatto che l’ospedale ternano è pienamente fruibile e utilizzabile e che il piano di adeguamento per conseguire il CPI (Certificato Prevenzione Incendi) sta procedendo, in accordo con tutte le autorità competenti in materia, in modo graduale nel tempo, come previsto dalla normativa vigente. Con piano di adeguamento ci si riferisce al piano complessivo di ristrutturazione e messa a norma che è in atto dal 2013 e che al momento è realizzato al 70% circa.
IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERROGAZIONE ALLA GIUNTA REGIONALE DA PARTE DEI CONSIGLIERI DEL MOVIMENTO 5 STELLE, ANDREA LIBERATI E MARIA GRAZIA CARBONARI
I sottoscritti consiglieri regionali
PREMESSO CHE
che, a seguito della nostra interrogazione del 9 gennaio u.s. sull’oggettiva crisi cronica della struttura dell’Ospedale di Terni, il presidente della III Commissione regionale, Attilio Solinas, in visita al Santa Maria di Terni il 18 gennaio u.s., ha parimenti dichiarato che “Ora, a mio avviso, tra le priorità c’è il reparto di Oncologia, le problematiche vanno risolte e anche urgentemente. Nel complesso ho un elevato giudizio della struttura, che però ricordo essere molto vecchia; si può mettere a posto e anche molto bene, ma è come mettere delle toppe. Su un ospedale che attrae molti pazienti anche da fuori regione credo sia il caso di riaprire un ragionamento sull’ipotesi di realizzare una struttura nuova, magari anche fuori dal centro cittadino” (http://www.umbriaon.it/ospedale-di-terni-merita-nuova-sede/);
che effettivamente l’Ospedale di Terni risulta essere tra i più vecchi della regione, tanto che l’inaugurazione avvenne nel 1970, ma il progetto iniziale risale addirittura al 1948, mentre la prima pietra sarebbe stata posata nel 1955! (fonte:https://umbriasud.altervista.org/terni-trentanni-per-il-nuovo-ospedale/)
che, nel corso del recente passato, pur dopo anni e decenni di attesa, sono stati costruiti ex novo gli Ospedali di Perugia, Foligno, Branca, Todi, Orvieto, mentre la struttura di Terni è quella che conosciamo, con evidenti problemi, affrontati a suon di diseconomici e inutili rattoppi, con spese superiori a € 50 milioni. Peraltro, come ricordato anche nel precedente question time, nonostante le ingenti somme spese -oseremmo dire in buona parte bruciate- l’ospedale rimane non antisismico (già chiusa e poi riaperta la mensa per lesioni strutturali, con lavori di messa in sicurezza svolti, ma opere di consolidamento da effettuare), energeticamente dispendioso, con ascensori inadeguati e tali da non garantire una funzionalità ottimale rispetto alle necessità e alle nuove strumentazioni che vengono continuamente movimentate.
Appare quasi superfluo in questa sede rammentare nuovamente le vicende del reparto di oncoematologia, le barelle in corsia, i 170 posti letto persi negli ultimi 20 anni, i numerosi pazienti necessariamente dislocati su altri reparti, con ulteriori fenomeni già noti alle cronache, legati anche al fatto che la struttura non è ulteriormente ampliabile;
che però il nosocomio ternano, grazie alle sue eccellenti professionalità e specializzazioni, risulta essere un presidio molto attrattivo alla luce della mobilità attiva che produce soprattutto dall’Alto Lazio, anche a seguito del depotenziamento dei servizi negli ospedali più vicini (es. Narni), con alcuni reparti costantemente sotto pressione e personale ridotto all’osso, costretto a lavorare in strutture vetuste e non adeguate.
Il solo Pronto Soccorso accoglie mediamente circa 120 pazienti al giorno dei quali oltre il 30% viene poi ricoverato (fonte ass. Barberini, risposta al question time del 9 gennaio);
CONSIDERATO
che, secondo quanto illustrato dal DM 14.01.08 (NTC) che definisce la vita nominale come “il numero di anni nel quale la struttura deve poter essere usata per lo scopo al quale è destinata”, appare corretto considerare per gli ospedali una vita nominale pari a 50 anni.
Come rilevato ufficialmente pure da altre Regioni, la rapida trasformazione dei modelli operativi di assistenza, nonché la durabilità dei materiali utilizzati per la realizzazione di tali opere, determinano che, da un punto di vista funzionale, la vita media di un ospedale non superi il mezzo secolo, trascorsi i quali l’edificio necessita di significative trasformazioni funzionali per cui il valore d’investimento tende a coincidere con il valore di ricostruzione;
che, secondo i piani già dichiarati in varie sedi (question time del 9 gennaio u.s.), la Regione Umbria, per mezzo della ASL, dopo circa 30 anni di attesa (!), sarebbe finalmente pronta a spendere oltre 58 milioni (di cui 18 mln ex L. 67/88, art. 20) per il nuovo ospedale comprensoriale di Narni-Amelia e circa 26 milioni per la c.d. “Città della Salute”, ma senza una pianificazione o una programmazione di medio-lungo termine che abbia realmente preso in considerazione l’irreversibile obsolescenza del nosocomio ternano e la fine della sua vita utile;
INTERROGANO LA GIUNTA PER SAPERE
se risponda al vero che l’Ospedale Santa Maria di Terni sia tuttora privo della CPI e dunque dell’agibilità, con almeno un procedimento penale in corso a causa dei gravissimi ritardi sin qui accumulati e col rischio di sequestro/chiusura giudiziaria dell’intera struttura, comunicando se dunque, entro l’anno corrente, intenda porre la prima pietra del nuovo superospedale dell’Umbria sud da collocare nella Conca ternano-narnese, individuando rapidamente le aree più adatte allo scopo, procedendo alle relative trasformazioni urbanistiche, informando pertanto sullo stato di progettazione della futura struttura sanitaria, volta a dismettere definitivamente l’attuale Santa Maria di Terni, edificio di cui, in termini di programmazione, non sono nemmeno chiari gli anni di funzionalità residua.