Attivissimo l’ex assessore alla cultura del Comune di Terni, Giorgio Armillei del quale ieri abbiamo pubblicato un intervento sul peso di Terni nelle scelte della regione. L’ex assessore, evidentemente, non si rassegna ad avere un sindaco della Lega (a capo di una coalizione di centro destra) oppure un sindaco del Movimento 5 Stelle. Credo che viva questa alternativa con una certa preoccupazione visto che bolla come “populiste” le due opzioni e Terni come prima vittima di questo nuovo bipolarismo-
Per questo ritiene che debba essere messa in campo una forte alternativa liberale che dovrebbe essere guidata da una sorta di MACRON locale abile a superare gli angusti recinti del centrosinistra e a raccogliere intorno a sé e al suo progetto una ampia alleanza trasversale (che includa anche parte dell’elettorato di centro destra).
Progetto complesso al quale, per mettere radici, necessiterebbe tempo. Se Armillei ne parla è perché nell’area di riferimento, cattolico-liberale, la si ritiene l’unica proposta alternativa in grado di essere competitiva con i populismi.
ALTERNATIVE AL POPULISMO? UNA CHECK LIST
DI GIORGIO ARMILLEI
La competizione che si va strutturando per le prossime elezioni amministrativa tra un candidato populista a trazione leghista e un candidato populista M5s continua a lasciare scoperta una parte di elettorato. E dunque ad aprire spazi per una potenziale offerta alternativa che al momento rischiano di essere occupati solo dal tentativo di mettere in piedi una riedizione coalizionale del PD locale. Una cosa che lascia del tutto indifferente l’elettorato insoddisfatto dalle proposte populiste.
È utile allora cercare di delineare le condizioni di credibilità di una proposta alternativa al populismo: una specie di check list da adoperare per misurare larghezza e profondità della proposta o delle proposte che andranno a delinearsi, se ce ne saranno, nelle prossime settimane. C’è modo e modo per essere e presentarsi come alternativi al populismo, conviene guardare per bene dentro alle proposte.
Innanzi tutto, si deve trattare di una proposta realistica, fondata e costruita su concrete possibilità di successo, cioè su una strategia che punti a superare, uno per volta, i populismi in campo, uno al primo turno e uno al secondo turno. Concrete possibilità di successo vuol dire sgombrare il campo da proposte di pura testimonianza e da proposte che mirano solo a costituire pacchetti elettorali per futuri negoziati, pacchetti per i quali le possibilità di successo del candidato sindaco sono del tutto irrilevanti.
In secondo luogo, deve essere una proposta agganciata a un disegno nazionale di scomposizione e ricomposizione del campo liberale alternativo a quello populista. I tatticismi per mettere in piedi proposte localistiche dirette solo a piantare bandierine per qualcuno o qualcuna dei candidati a Sindaco non solo non sfidano i populismi ma ne sono inconsapevoli e oggettivi alleati. Agganciata significa ispirata ad e ispiratrice di un processo di respiro nazionale che, macronianamente, prenda da subito sul serio la nuova frattura fondativa tra populismo e liberalismo, senza nascondersi dietro fumose politiche dei due tempi.
In terzo luogo, deve essere una proposta di rottura, di discontinuità, di abbandono delle logiche, delle coalizioni, delle cerchie e delle persone che hanno posto le condizioni per il successo delle proposte populiste, il che nel caso ternano significa di quei pezzi di PD che hanno zavorrato il governo della città. Non è possibile rilanciare alcunché, non è possibile chiamare a raccolta gli innovatori se chi chiama è allo stesso tempo chi ha soffocato per anni l’innovazione o ha fiancheggiato il soffocamento. Non è possibile nessun greenwashing o per essere più precisi nessun redwashing e nessun whitewashing.
In quarto luogo, deve essere una proposta trasversale, una proposta potenzialmente pigliatutto. Una proposta che emerge da una robusta rete di innovatori consapevole della complessità dei problemi della città, in grado di superare asfittici intellettualismi come di incunearsi nei campi solo apparentemente recintati dell’elettorato meno mobile del centrosinistra e del centrodestra.
Realistica, nazionale, di rottura, e trasversale. Il poco tempo a disposizione rende tutto questo difficilissimo. Ma l’alternativa è un inedito bipolarismo populista di cui Terni sarebbe una delle prime vittime.