Nuova protesta, questa mattina a Terni, dei lavoratori della Savit “per rompere il silenzio assordante” in merito ai licenziamenti annunciati nell’azienda metalmeccanica, controllata da Busitalia e a totale capitale pubblico, che si occupa di manutenzioni, rifornimenti e pulizie dei mezzi del trasporto pubblico locale. Durante il presidio che si è svolto davanti alla sede di strada di Maratta, in occasione dello sciopero di otto ore promosso da Fiom Cgil e Ugl metalmeccanici, i dipendenti dell’azienda hanno occupato la carreggiata, interrompendo per qualche decina di minuti il traffico. L’azienda ha annunciato nelle scorse settimane sei licenziamenti, con un successivo cambio di contratto (da metalmeccanico a multiservizi) e di datore di lavoro per i lavoratori interessati. I sindacati denunciano “la mancanza di confronto con l’azienda e di dettagli in merito alla gara di appalto e al capitolato, che vengono sistematicamente negati da parte dell’ azienda”.
“Vogliamo avere delle certezze sul futuro che ci aspetta dopo il 30 giugno, ha sottolineato durante il presidio Luca Costantini uno dei dipendenti interessati, con questa protesta ci auguriamo di sensibilizzare l’opinione pubblica e politica e di risolvere una vertenza che va avanti ormai da sei mesi”.
“L’adesione allo sciopero anche oggi è stata massiccia, intorno al 90% – riferisce Alessandro
Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni – e abbiamo anche deciso con i lavoratori di bloccare il traffico sulla Marattana, perché intorno a questa vicenda deve crescere l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Parliamo infatti non di una normale azienda privata, ma di una controllata di Busitalia, che non può comportarsi così, in totale spregio alle regole di buone relazioni sindacali. E poi c’è grande rabbia, non solo tra i lavoratori che rischiano il licenziamento per essere riassunti, forse, con un contratto peggiore, ma tra tutti i loro colleghi metalmeccanici”.
Il sindacato assicura che la lotta continuerà fino a che non sarà restituita “piena dignità a questi 6 lavoratori sotto licenziamento” e soprattutto finché non saranno “ripristinate corrette relazioni”.
“Perché in gioco c’è il futuro del trasporto pubblico locale – ha concluso Rampiconi – e la qualità del lavoro al suo interno”.