Sono stati arrestati dagli uomini della Squadra Mobile di Terni gli autori delle rapine a mano armata alle farmacie di viale della Stazione a Terni e di Ponte San Giovanni a Perugia, compiute il 29 marzo scorso. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella Sala Riunioni “Roberto Antiochia” della Questura, tenuta dal Dirigente della Squadra Mobile Davide Caldarozzi e dal Sostituto Procuratore Camilla Coraggio che ha coordinato le indagini.
In manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Terni Barbara Di Giovannantonio su richiesta della Procura ternana, sono finiti un 42enne originario di Bologna – l’autore materiale – con precedenti per stupefacenti, reati contro il patrimonio e già sottoposto alla Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nella provincia di Viterbo ed un 46enne della provincia di Cosenza con precedenti per reati contro la persona e resistenza a pubblico ufficiale, il primo residente a Viterbo, l’altro a Montalto di Castro. Le indagini della polizia ternana hanno preso una svolta quando è giunta la notizia di un’altra rapina commessa a Ponte San Giovanni un paio di ore dopo quella ternana, sempre ai danni di una farmacia e con le stesse modalità.
Grazie ai filmati delle telecamere della farmacia di Terni e delle zone limitrofe, nonché alle dichiarazioni di alcuni testimoni, gli investigatori hanno individuato un uomo vestito di scuro, con scarpe blu, che indossava mascherina e cappello ed aveva una borsa rossa, dove verosimilmente metterà i soldi della rapina, circa 2.000 euro.
Invece l’uomo individuato nei filmati di Ponte San Giovanni, dove il bottino è stato di circa 1.700 euro, indossa scarpe bianche, mascherina e borsa di colore diverso da quelle di Terni, ma a pochi metri di distanza dalla farmacia ternana sono state trovate, abbandonate in strada, un paio di scarpe blu compatibili con quelle riprese dalle telecamere.
A questo punto le indagini si concentrano sul percorso che i malviventi possono aver intrapreso da Terni a Ponte San Giovanni. Vengono esaminati i filmati delle aree di sosta e delle stazioni di ristoro presenti su quel tratto di strada e proprio in una di queste, nei pressi di Acquasparta, si vedono due uomini, uno dei quali ha un atteggiamento particolarmente sospetto perché mentre mangia giocherella con un gran numero di monete, raccogliendole in pile distribuite per tutto il tavolo. Non solo: al titolare dell’attività ha chiesto di cambiare monete per un importo di 70 euro, la stessa cifra in monete portata via dalla farmacia ternana, mostrando la disponibilità di una somma considerevole di denaro contante e indossa un paio di scarpe compatibili con quelle del rapinatore di Ponte San Giovanni.
Sempre dalle immagini dell’area di sosta di Acquasparta, gli investigatori individuano la targa di un’auto, una Fiat Punto con un fendinebbia rotto, intestata ad una donna che dai successivi accertamenti risulterà essere la madre del 46enne originario di Cosenza ed esaminando i filmati di viale Stazione a Terni notano un’auto compatibile con questa che transitare poco prima della rapina proprio nei pressi della farmacia.
Gli inquirenti risalgono così ai due uomini uno dei quali, il 42enne originario di Bologna, è stato riconosciuto anche da alcuni testimoni presenti a Terni e a Ponte San Giovanni.
Come ultima conferma, l’arresto dei due in flagranza di reato a Grosseto per tentata rapina a mano armata ai danni di una farmacia il 7 aprile scorso e anche in questa circostanza l’auto usata è la stessa e l’autore, ancora una volta, si era cambiato d’abito. Ora il 42enne si trova in carcere a Grosseto, mentre l’altro è stato raggiunto presso la sua abitazione in provincia di Cosenza, dove si trovava agli arresti domiciliari, dagli uomini della Squadra Mobile ternana che, con l’ausilio del personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Paola, lo hanno poi associato al carcere locale.
“Sono due individui che hanno utilizzato modalità operative abbastanza scaltre, ha detto il Sostituto Procuratore Camilla Coraggio, colpendo in territori che non erano loro, in modo da non essere riconosciuti.”
Ma questa volta non è bastato cambiare abbigliamento.