“Esperienze così forti e dolorose sono dei macigni e il dolore che diventa rabbia si fa facilmente spazio nei nostri cuori, nelle nostre menti”.
Lo ha detto don Luciano Alfoarei celebrando i funerali di Lorenzo Scorteccia, il giovane di 24 anni deceduto in casa, in seguito a un malore, il 16 giugno.
La chiesa di Santa Maria della Misericordia a Borgo Bovio era stracolma e decine di persone sono dovute restare fuori. Tantissimi i giovani, i compagni di squadra del Campitello, le giovanili del Campitello, gli amici. Tutti visibilmente commossi, cercavano conforto fra di loro, abbracciandosi, piangendo, non riuscendo a trovare una spiegazione a una morte così assurda, non riuscendo a comprendere perché dovevano salutare per l’ultima volta uno come loro, uno di loro. Lorenzo. “Un amico vero” come era scritto in uno striscione. In un altro c’era scritto: “Che sia in cielo o in terra sarai sempre il numero 1” , facendo riferimento al ruolo di portiere di Lorenzo.
Spiegazioni che nemmeno don Luciano riesce a dare dal pulpito e “nemmeno Gesù – dice – aveva risposte del perché di esperienze di ingiustizia, di dolore e di morte”. Ricorda soltanto che la morte di Lorenzo ci insegna che “siamo in cammino, siamo fragili e basta pochissimo perché la nostra vita cambi, a volte è possibile fare qualche cosa, a volte no. Ricordiamoci però – ha aggiunto Luciano – che con la morte non tutto è finito, noi dobbiamo avere la capacità di continuare le cose belle che Lorenzo ha testimoniato”. Don Luciano si è rivolto agli amici di Lorenzo invitandoli a portare avanti le cose che Lorenzo ha testimoniato, senza abbandonarsi a un dolore distruttivo. “Mi dicevano che Lorenzo era un bravo ragazzo, sappiate cogliere il senso della sua vita perché basta poco per terminare il nostro cammino su questa terra, purtroppo – ribadisce don Luciano – siamo fragili”.
Al termine della funzione religiosa è stata letta una lettera, molto commovente delle maestre elementari di Lorenzo:
“Caro Lorenzo mi rivolgo a te che sei volato via troppo presto da questa terra lasciandoci tutti attoniti e profondamente addolorati, solo il Signore sa il perché. Noi maestre volevamo ringraziarti e ringraziare i tuoi genitori per averci dato l’opportunità e la fortuna di averti fra i banchi con quello sorriso, in quegli anni spensierati delle scuole elementari. Un alunno esemplare, il bambino più solare che avessimo mai avuto. Ti distinguevi fra tutti per la spiccata personalità e quella voglia di crescere e imparare che erano le tue caratteristiche. Grazie Alessandra, grazie Andrea (i genitori di Lorenzo, ndr) per avercelo fatto conoscere e vivere negli anni della scuola. Ora preghiamo per te Lorenzo, per i tuoi genitori, per i tuoi parenti e per tutti quelli che ti vogliono bene. Ti ringrazio inoltre personalmente perché oltre ad essere stata una delle tue maestre sono anche la mamma di uno dei tuoi amici più cari. Grazie profondamente per l’amicizia che hai riservato a mio figlio, per tutte le esperienze che avete fatto insieme. Proteggi da lassù il cuore dei tuoi amici, l’altra sera erano tutti sotto casa tua, con le spalle larghe e un dolore troppo grande da sopportare. La tua vita Lorenzo, trascorsa sulla terra troppo poco, ora splende altrove, in un altrove che sembra remoto, forse perché sei più a fianco nostro di quanto noi pensiamo, più vicino a noi del nostro stesso cuore, ti vogliamo bene”.
Fuori dalla chiesa il feretro è accolto da un lungo applauso, vengono accesi fumogeni e liberati palloncini bianchi, rossi e blu, i colori della sua squadra, il Campitello. Tutti si stringono attorno ai genitori che sono disperati nel loro dolore. Hanno solo la forza di ringraziare per tutto questo amore, questo affetto che è stato dimostrato nei confronti di Lorenzo. Che non c’è più e sta per percorrere il suo ultimo viaggio. Sarà sepolto nel piccolo cimitero di Campomicciolo.