Una lettera a Babbo Natale che è un monito e, se raccolto, un insegnamento. Poteva essere un sasso nello stagno. Invece è rimasta lettera morta. Non una replica, non un cenno di reazione: “Il morto interrogato non rispose” si trovò scritto in quel famoso verbale.
Sandro Pardini pensava che piovesse, ma non che grandinasse. L’ha scritta lui la lettera a Babbo Natale cui confida la propria delusione e amarezza ed annuncia in qualche modo la fine di un impegno. Pardini, cardiochirurgo di rara esperienza, con l’occhio abituato alla politica, cresciuto alla scuola di Dino Martinazzoli, un passaggio in Parlamento, s’è messo a disposizione, incoraggiato da un’accoglienza più che calda. Su lui si sarebbe appoggiato – dissero – il Pd ternano per affrontare i tanti problemi di una città che sembra aver imboccato un strada in discesa. Al congresso è stato presentato come il segretario in pectore, l’uomo nuovo destinato poi alla successione – non facile – a Leopoldo Di Girolamo.
Non l’ha vinto, il congresso Pardini. E’ bastato perché un altro rappresentante della “società civile” (così vengono definiti i non politici di professione da quelli che di professione fanno il politico) venisse in pratica bruciato.
Lui, Pardini, ternano acquisito anni addietro, la situazione ce l’ha chiara come tanti altri che vivono ed operano a Terni. Poche parole ha usato nella lettera per illustrarla: “Sembra che aumenteranno ancora le tasse, i costi di trasporti e servizi; i parchi e giardini pubblici sono abbandonati, incolti… Le vie del centro vuote di negozi e clienti, non abbiamo neanche un teatro… Ora metteranno un treno per andare al Nord, ma partirà prima dell’alba a 70 chilometri da qui… E L’Ospedale? E’ ancora il nostro orgoglio ma durerà? Non è che lo accorperanno con quell’altro, quello che sta nel capoluogo, quello che perde montagne di soldi…”.
Problemi che vanno affrontati con la giusta determinazione e capacità e senza vincoli “di sudditanza” o “di partito”. “Ho provato ad entrare in un partito – dice con amarezza e delusione a Babbo Natale – Ma lì, sai, c’è gente che pensa che è meglio stare chiusi dentro le proprie stanze, tenere porte e finestre sbarrate, magari perdere qualche pezzo pregiato, piuttosto che stare in mezzo alla gente, ascoltare la città per capirne i problemi. Già, ma a loro cosa interessa, devono decidere incarichi, candidature, consulenze. Poltrone insomma”.
Una lettera che sembra essere una pietra grossa così buttata nello stagno. Ma non c’è l’acqua in quello stagno, c’è solo una sostanza vischiosa che neutralizza e ingloba qualunque pietra. Per poi richiudersi sopra di essa.