La tanto discussa ordinanza antiprostituzione firmata dal sindaco di Terni, Leonardo Latini della Lega è tale e quale a quella firmata dal suo collega di Rimini, Andrea Gnassi del Partito Democratico (a ottobre è stato eletto un altro sindaco, sempre del PD).
Latini ordina: “Sia fatto divieto a chiunque: di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”.
Gnassi ordinava, lo scorso giugno: “Sia fatto divieto a chiunque: di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”.
L’ordinanza del sindaco di Terni, peraltro, era stata emessa nel 2020 e reiterata nel 2021.
Sulle polemiche che si sono sviluppate a livello nazionale, il neo assessore della giunta di centrosinistra che guida Rimini, Kristian Gianfreda, ha commentato: