È una luce stroboscopica quella che emana la Ducati. Abbagliante in alcune circostanze (vedi i 4 podi di Petrucci o le 5 vittorie di Dovizioso), completamente spenta in altre – l’ultima appena due gare fa, ad Aragon, con il ternano 20° e il forlivese 7°.
Questa volta è andata addirittura peggio: in Australia Danilo non è andato oltre la penultima posizione – 21°, beneficiando anche della caduta di Aleix Espargaro –, Dovizioso si è ritrovato 13° in gara e lontano 33 punti nella classifica generale dal leader Marquez. Che la Desmosedici non avesse “digerito” Philip Island si era intuito in qualifica, con Petrux 18° e Dovi 11°, ma la speranza per la gara era quella di rimontare, magari grazie alla pioggia. L’acqua invece non è arrivata e le rosse hanno addirittura fatto il gambero: se sulla gara di Dovizioso pesa un lungo nei primi giri (oltre che la beffa a fine gara, con Redding e Pedrosa passati in volata al fotofinish) il Gp del ternano è stato un calvario. Dopo una buona partenza Danilo ha progressivamente perso le posizioni conquistate, avendo alle spalle al traguardo il solo Borc Parkes, in pista per sostituire l’infortunato Folger. La prestazione – negativa per tutte le Ducati, come testimonia Lorenzo, 15° – è ancora più inspiegabile guardando al compagno di Petrux, Scott Redding, solitamente battuto e oggi invece 11°. Il pilota di Terni non ha cercato scuse: «È la mia peggior gara della stagione e non sappiamo perché non siamo riusciti ad essere competitivi» ha ammesso a freddo «Fortunatamente Sepang è solo tra una settimana. È una pista che mi piace molto e spero di poter dimenticare al più presto questo week end».
Il disastro di Borgo Panigale si completa col successo di Marc Marquez, che ingaggia per tre quarti di gara una lotta serrata con Rossi (2°), Viñales (3°), Zarco (4°) e Iannone (6°). Non sono mancate le sportellate, che alla fine hanno premiato il folletto di Cervera, riuscito a togliersi dalla bagarre negli ultimi giri. Ora, a due gare dal termine, può amministrare 33 punti di vantaggio su Dovizioso.
Detto dell’ottima posizione dell’infortunato Miller (7°, dopo essere stato anche in testa) e di Crutchlow (5°), torna competitiva la Yamaha, che proverà a riscattarsi in questo finale. Già oggi Rossi ha lottato come un leone e senza l’attacco garibaldino di Iannone a poche tornate dalla bandiera a scacchi avrebbe potuto giocarsi la vittoria. L’opportunità per ritrovare il primo gradino del podio c’è già tra una settimana sul circuito malese di Sepang.
(Giulio Sacco)