C’è bisogno di riaccendere la luce sul tema dell’amianto e di avviare un monitoraggio puntuale sui siti pubblici e privati che ancora oggi ne contano la presenza.
E’ il messaggio emerso oggi, sostenuto dalla vice presidente della Provincia di Terni e condiviso da tutti gli intervenuti, durante l’incontro nella sala del Consiglio provinciale organizzato dall’Anmil sull’amianto e le patologie correlate.
L’iniziativa si è inserita all’interno della Giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto in programma domani e ha visto la presenza del vice presidente territoriale di Terni dell’Anmil Giovanni Baccarelli, dell’assessore ai servizi e alle politiche sociali del Comune di Terni, della dirigente al raccordo e collaborazione con gli enti locali della prefettura di Terni Simonetta Mignozzetti, di Laura Sarnari del servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Usl Umbria 2 e dei sindacati.
“L’Umbria è ancora indietro sul tema dell’amianto – ha detto Baccarelli – l’ultima mappatura risale al 2012, mentre dal 2010 al 2016 ci sono stati in Italia 4.400 decessi fra diretti e asbesto-correlati. Occorre riprendere a trattare la problematica individuando le strutture dove ancora vi è amianto, dando priorità a scuole, ospedali ed edifici di pubblica rilevanza”.
La vice presidente della Provincia ha detto di raccogliere l’appello lanciato da Anmil alla presidente ed ha sottolineato l’importanza di coinvolgere i comuni nella mappature dei siti con amianto.
Secondo la vice presidente bisogna tornare a tenere alta l’attenzione e non relegare l’amianto a un problema che, come accade anche per altre situazioni, segue la moda del momento.
“C’è ancora molto da fare su questo tema per tutelare la salute ed eliminare definitivamente l’amianto da tutti gli edifici dove ancora è presente, ha detto Mignozzetti, gli sforzi fatti finora sono stati importanti sia per la prevenzione che per la sostituzione con altri materiali. Dobbiamo proseguire su questa strada ed aumentare l’impegno”.
“Su 1000 lavoratori controllati nell’ambulatorio Asl per gli ex esposti – ha informato la dottoressa Sarnari – il 20% presentava patologie asbesto correlate. Nel 2019 abbiamo individuato 239 patologie”.
Secondo l’assessore comunale ai servizi e politiche sociali ci sono ancora troppe scuole e altri servizi con strutture che presentano amianto e una volta sopravvenuta una patologia questa diventa anche un problema sociale perché il malato coinvolge tutta la famiglia e tutti i rapporti, per cui ci si trova di fronte ad una vicenda che diventa complessa e articolata.