C’è chi non si arrende all’idea di vedere la sua città sporca ma non si limita all’osservazione del fatto e all’invettiva bensì decide di darsi da fare, di rimboccarsi le maniche, di dedicare un po’ del suo tempo libero, alla città, alla comunità.
Con questa convinzione un gruppo di persone si ritrova, periodicamente, si scambia informazioni e si dà appuntamento su whatts app, Non hanno costituito una vera e propria associazione ma, semplicemente, un gruppo di lavoro, sotto lo slogan, “MI RIFIUTO”.
“Abbiamo iniziato abbastanza in silenzio questo percorso di pulizia dei parchi – scrive Marco D’Amore , uno dei volontari-volenterosi – senza costituire nessuna associazione ma semplicemente raccordandoci attraverso il gruppo che ho creato su Whatsapp. Decidiamo dove e quando intervenire e ci organizziamo in base alle disponibilità.
Fino ad oggi abbiamo fatto un intervento al parco delle Grazie lato Centro geriatrico, due interventi al parco del Thyrus in Via Campofregoso, uno al parco di Lungonera Savoia e poi a Collerolletta.
Il nome da un po’ il senso della “mission” che ci siamo proposti.
Mi rifiuto di vivere in una città sporca ma Mi Rifiuto anche di delegare sempre tutto agli altri. Essere cittadini significa contribuire attivamente al benessere della città. Non ci si può nascondere dietro un banale “pago le tasse. Lo faccia chi di dovere”.
Questo andrebbe bene nel mondo ideale ma nel mondo reale credo – scrive ancora D’Amore – che si debba invece intervenire laddove se ne ravvede la possibilità e la necessità per fare la propria parte.
Abbiamo scelto i parchi innanzitutto perchè la pulizia di un parco è lo specchio della città, ci giocano i bambini, si trascorre il tempo libero e non si può tollerare che questo avvenga nel sudiciume.
Inoltre, al momento, sembra che la pulizia dei parchi, intesa come pulizia dai rifiuti, sia un po’ terra di nessuno. Il comune provvede a tagliare l’erba, l’ASM svuota i cestini ma la “cartaccia” per terra resta sempre li.
E tante cartacce, oltre a bottiglie di vetro e plastica, lattine e quant’altro rendono il parco, nel tempo, una piccola discarica.
Dunque un terreno malmesso sul quale abbiamo deciso di intraprendere un percorso di civiltà.
Sappiamo bene, infatti, che i nostri interventi non sono risolutivi ma riteniamo innanzitutto che sia importante mostrare un esempio positivo. L’essere umano normalmente agisce per consuetudine e per imitazione. E se l’esempio è negativo l’emulazione non può essere diversa. Credo sia importante invece mostrare che la “cartaccia” si può anche raccogliere da terra. E’ un lavoro enorme che prevede un cambio di mentalità, dunque anni se non generazioni ma…bisogna pur iniziare. Però devo dire che quando la gente ci vede, qualcuno si avvicina incuriosito e questo già è un buon punto di partenza.
In ultimo – conclude D’Amore – non abbiamo affatto snobbato le istituzioni. Innanzitutto l’ASM che ci ha fornito i sacchi per la raccolta e che provvede al recupero del materiale . E poi il Comune che viene informato sempre delle nostre iniziative. Questo anche per non accavallarci con altre persone che come noi hanno a cuore il benessere della città e che in varie zone si stanno adoperando allo stesso modo.”
Un esempio positivo che merita di essere pubblicizzato.