L’esplosione di una autobomba il 27 luglio del 1993, poco dopo le ore 23, provocò la morte di 5 persone a Milano, in via Palestro.
L’attentato si consumò davanti alla sede del PAC, il padiglione di arte contemporanea di Milano.
Sono passati 29 anni da quella strage e Milano, questa mattina, come ogni anno, ha ricordato le vittime della strage mafiosa con una cerimonia sul luogo dell’ attentato, cui hanno partecipato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, il questore Giuseppe Petronzi e il sindaco di Verona Damiano Tommasi, oltre ai familiari di coloro che hanno perso la vita nell’ attentato (i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e il venditore ambulante Driss Moussafir, che stava dormendo su una panchina vicina).
“Oggi Milano si ritrova in via Palestro, con la consapevolezza di una comunità decisa a lottare con tutte le sue energie contro la mafia – ha detto il sindaco Sala nel suo discorso – Milano è diventata un punto di riferimento per chi ha a cuore il rispetto delle regole – ha aggiunto – la cura della legalità, il miglior antidoto contro la criminalità organizzata, ha assicurato alla nostra città l’ azzeramento degli omicidi mafiosi e la drastica riduzione dei reati, ma come sappiamo le infiltrazioni sono ancora numerose nella città più dinamica d’ Italia”.
A mezzogiorno in tutte le sedi dei vigili del fuoco di Milano è stato osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime: quando il 27 luglio l’autobomba scoppiò in via Palestro i vigili del fuoco erano già sul posto e tre di loro morirono nell’attentato.
Il vigile del fuoco Stefano Picerno aveva 37 anni quando ha perso la vita. Era di Terni.