Si avvicina la data del rientro a scuola: in Umbria la campanella di inizio lezioni suonerà il 13 settembre.
Il capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Stefano Versari nei giorni scorsi ha emanato una circolare in cui si sottolinea come le disposizioni emergenziali che sono state previste in questi anni di pandemia, al 31 agosto terminano la loro efficacia e quindi non ci sono i presupposti normativi per introdurre nuove misure di contrasto al Covid nelle scuole nell’anno scolastico che si appresta ad iniziare.
Questo significa che neanche la Dad (o meglio la Didattica digitale integrata, la Did) sarà prevista il prossimo anno scolastico.
Infatti il documento del ministero non ne fa cenno, a meno che le scuole, nella loro autonomia, vogliano prevederla quando e se si presenteranno casi di positività. La circolare del ministero dell’Istruzione, tuttavia, prevede una serie di azioni da attuare nel caso in cui vi sia una recrudescenza della circolazione di Covid e comunque il ministero si riserva nuove indicazioni operative nel caso in cui dovesse esservi una evoluzione della situazione epidemiologica.
Intanto il Forags Umbria, convocato al tavolo per la riapertura delle scuole in Umbria, ha portato le istanze delle moltissime famiglie che le associazioni che lo compongono rappresentano, con un contributo a commento delle linee strategiche emanate sul tema dai Ministeri della Salute e dell’Istruzione, ISS e Conferenza regioni e Province autonome.
Il documento oggetto della riunione esprime la “necessità di garantire la continuità scolastica in presenza e di prevedere il minimo impatto delle misure di mitigazione sulle attività scolastiche” e “ la necessità di adottare per la scuola misure “preferibilmente omogenee con le misure previste in ambito comunitario” e sono questi due passaggi che come forum sono stati valutati derimenti e per questo è stato chiesto che non accada più che i bambini e i ragazzi siano soggetti a scuola, come accaduto lo scorso anno, a restrizioni già superate in tutti gli altri contesti.
Ancora una volta, come già fatto più e più volte in ogni sede negli ultimi due anni, è stata reiterata la richiesta di impianti di ventilazione meccanica, che renderebbe le aule luoghi sicuri.
In attesa che tutte le scuole adottino questa misura – magari utilizzando parte dei fondi che sono stati destinati alla sicurezza scolastica – si è inteso focalizzare l’attenzione sulla necessità di non cadere in una forma di medicalizzazione permanente della scuola che non farebbe bene ai nostri ragazzi ed infine che qualora si dovesse paventare la necessità degli interventi successivi, sia fatto salvaguardando l’alleanza educativa tra scuola e famiglia e l’autonomia scolastica e territoriale, in modo che sia consentito ai singoli istituti di valutare soluzioni dedicate per garantire la continuità scolastica in presenza.