Di Chiara Furiani
Alexia, la voce italiana più soul che ci sia, ha presentato ieri a Terni, grazie a un evento organizzato da Confartigianato, la sua più recente fatica discografica, un album di brani non originali interamente dedicato al Natale.
Strano a dirsi, ma esiste un repertorio praticamente sterminato di canzoni a tema natalizio, forse l’argomento più trattato dai songwriter dopo l’amore romantico.
Inevitabile quindi che tanti grandi interpreti a un certo punto della loro carriera sentano che è arrivato anche il loro momento di cimentarsi su questo terreno.
Di solito si rischiano quintali di melassa e sviolinate, perché, si sa, a Natale in teoria diventiamo tutti più buoni, e anche le canzoni stanno lì a ricordarcelo.
Per fortuna ogni regola ha la sua eccezione, e ieri al Teatro Secci se ne è avuta la prova tangibile.
A parte qualche inconveniente tecnico – quella di Terni è stata la prima data del tour – nel complesso quello di ieri è stato davvero un gran bel concerto, anche grazie a una band compattissima, e il pubblico ha dimostrato di gradire l’attitudine black con cui Alexia ha riproposto anche brani famosissimi e usurati illuminandoli di una luce nuova.
Grinta, stile, timing invidiabile: a 55 anni suonati, quella della cantante ligure è ancora una voce duttilissima, capace di tutti i complicati equilibrismi richiesti dallo stile black, ma ricchissima anche nel timbro, intensa ed espressiva.
Inspiegabilmente scomparsa dai radar negli ultimi anni, Alexia è davvero una interprete di razza e meriterebbe ben altra attenzione.
Nel bis la cantante ha riproposto alcuni tra i suoi più grandi successi, tra cui “Happy” e “Dimmi come”, con cui nel 2002 si piazzò seconda al Festival di Sanremo, dimostrando a tutti che poteva fare molto di più rispetto alle disco hit in inglese che l’avevano resa popolare anche all’estero.