L’Umbria si è classificata nel 2022 al 12° posto tra le regioni italiane per efficacia e capacità di risposta del sistema di welfare, confermando la posizione dell’anno scorso.
La nostra regione si distingue come una delle regioni con la maggiore incidenza di pensionati sulla popolazione: sono 29,9 ogni 100 abitanti (in aumento rispetto allo scorso anno), contro una media nazionale di 27,1. Il dato emerge dalle classifiche del “Welfare Italia Index 2022” – strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione e consente di identificare, a livello regionale, i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire – realizzato da “Welfare, Italia”, Think Tank nato su iniziativa di Unipol Gruppo in collaborazione con The European House – Ambrosetti.
Il Welfare Italia Index viene presentato analiticamente all’interno del Rapporto Annuale del Think Tank “Welfare, Italia”, disponibile sul sito di Welfare Italia.
Il Welfare Italia Index è basato su 22 Key Performance Indicator che misurano dimensioni di input, ovvero indicatori di spesa (pubblica e privata) in welfare che raffigurano quante risorse sono destinate in un determinato territorio (ad esempio l’ammontare allocato tramite Fondo Sanitario Nazionale rapportato sul totale della popolazione regionale o l’assegno pensionistico medio mensile degli over 65) e dimensione di output, ovvero indicatori strutturali che rappresentano il contesto socio-economico in cui si inserisce la spesa in welfare (ad esempio il tasso di disoccupazione o la quota di famiglie in povertà).
Relativamente agli indicatori di spesa, ovvero le risorse assegnate al welfare, l’Umbria occupa il 15° posto in Italia.
Per quanto riguarda il contributo medio in forme pensionistiche integrative (2.150 euro contro i 2.414 di media italiani) la regione si posiziona al 12° posto, e al 14° posto per quanto concerne la spesa in interventi e servizi sociali pro capite (96 euro, contro i 151,9 della media nazionale).
L’Umbria si posiziona nella prima parte della classifica, collocandosi in 8^ posizione per spesa media per utente fruitore degli asili nido: con 9.139 euro contro gli 8.258 euro della media nazionale e si posiziona al 9° posto per spesa pubblica per consumi finali per l’istruzione e la formazione in percentuale rispetto al PIL regionale, con il 4,1% rispetto al 4% (media nazionale).
Per quanto riguarda gli indicatori strutturali, la regione occupa la seconda posizione del podio (l’anno scorso era al 1°) per numero di posti asilo nido autorizzati: 37,6 posti ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni (contro una media nazionale di 26) e per numero di alloggi popolari (74,6 alloggi ogni 100mila abitanti contro una media nazionale di 30,2).
A livello di politiche sociali, la regione occupa il 7° posto per minor tasso di disoccupazione della popolazione con più di 15 anni (6,8% contro il 9,6% della media italiana): un buon risultato soprattutto se paragonato all’11^posizione dello scorso anno; mentre è in 12^ posizione per minor percentuale di famiglie in povertà relativa sul totale delle famiglie regionali, con un valore del 9,5% al di sotto della media nazionale dell’11,6%.
In merito all’educazione e la formazione: l’Umbria ha registrato un calo di 10 posizioni, passando dal 5° al 15° posto per tasso di dispersione scolastica regionale: con il 21% degli studenti che non riescono a raggiungere il titolo di studio o che non hanno le competenze previste dal titolo formale (la media nazionale è del 20,8%).
L’Umbria, sebbene si trovi in una buona posizione nella classifica del Welfare Italia Index rispetto ad altre regioni, registra anche un peggioramento in classifica per efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria passando dalla 5^ alla 13^ posizione.