Un pezzo di Ucraina entra quasi improvvisamente nei radar a Narni, nella nuova zona industriale di San Liberato: una fabbrica metallurgica, che funziona, nella più grande discrezione, da anni, che non ha mai avuto insormontabili problemi e che è di proprietà di un uomo d’affari proprio della tormentata nazione orientale. Lui aveva la materia prima a Terni, a Narni c’era la tecnologia.
Ecco qua il successo di una fabbrica metallurgica, che nonostante la penuria di proiettili nella guerra che oppone giustappunto Ucraina alla Russia, produce prodotti medicali, in gran parte destinati alle protesi dentarie. Ma alcuni dei loro prodotti vengono adoperati nell’industria automobilistica e pure in quella militare in qualche componente di aerei. La “scoperta” c’è stata da parte del sindaco Lorenzo Lucarelli, che ha deciso di visitare tutte le fabbriche della zona, a partire da questa con la sua bandiera gialloblù fuori dello stabilimento. Lorenzo Lucarelli, il sindaco, insieme a Giovanni Rubini, assessore ma sempre più il suo delfino, hanno incontrato il dirigente massimo della Tifast Titanium, Maksym Voronin, per capire il funzionamento del processo produttivo. La fabbrica intanto non soffre molto della guerra nell’Ucraina anche se le miniere del titanio proprio lì si trovano, perché sono abbastanza distanti dai luoghi martoriati dalle bombe russe. Ed è un esempio grande, di come la globalizzazione sia intervenuta nei processi produttivi di molte lavorazioni: accade che il titanio una volta colato per compressione, prenda la via della Repubblica Ceca per un successivo trattamento, per poi tornare a Narni per l’ultima definizione del prodotto.
Alla Tifast lavorano 120 addetti ed ha avuto successo quando alla Società Terni si decise di abbandonare quel tipo di prodotto, del quale era diventata con grande velocità leader, perché i tedeschi della ThyssenKrupp volevano concentrarsi esclusivamente sull’inox.