La bandiera del cibo, del buon cibo è stata finalmente issata nel pennone più alto dell’Ente Corsa. È una linea strategica importante e quindi nessuno se ne avrà a male se, come per i ristoranti, si fa una recensione, che è frutto, ovviamente dei gusti personali. Intanto va sottolineato che non ha prezzo il mangiare in un ambiente particolare. Però, lo insegnano gli chef, il cibo è il cibo e deve avere una classifica. La rassegna parte da Fraporta, prima della mini interruzione dovuta ad un calcinaccio indisciplinato. Ebbene, il pasto si riferisce alla domenica del 30 aprile. Prenotazione veloce. Tutto pronto all’arrivo, con un tavolo da divedere con sei ragazzi ventenni, carini e molto educati. Il servizio è stato una fucilata. Tempo quattro minuti d’orologio e sono arrivati al tavolo gli gnocchetti: consistenti, gusto appropriato, leggero piccantino, meglio di quelli collescipolani, tanto nominati: voto decisamente otto o più.
Per secondo, ci siamo orientati in un piatto in due: lo stinco di maiale. Anche in questo caso il piatto è arrivato a tambur battente, molto ben cotto. Voto alto anche in questo caso.
Voto basso invece per la qualità del pane che sembrava aver passato il suo momento migliore. Ed anche il vino, un bicchiere di rosso, di qualità non identificata, davvero non all’altezza. Ragazzi e ragazze di servizio sono stati davvero efficienti anche se si vedeva che la gestione di una sala non sarà il loro futuro lavorativo. Il prezzo, 36 euro, che torna nella normalità se si considera la spettacolarità dell’ambiente. E infine con il senno di poi anche il brivido del distacco del calcinaccio.