Beh, non c’è dubbio che la progettualità, la voglia di innovazione e la tenacia non mancano davvero a Giorgio Maurini, per decenni ingegnere al Comune di Narni. Ha ripreso, studiato, elaborato una proposta, che vuole essere accattivante, quella di un ponte tibetano, sospeso sulle gole del Nera. Ma non solo il ponte, che non è poco, anche un sistema di risalita, per portare dal piano del fiume Nera, grosso modo, i turisti sino alla Casa Rossa, in modo da superare il problema dell’accesso a Narni, scomodo, al Suffragio, già pieno e di difficile ampliamento.
Allora una nuova porta per Giorgio Maurini, dopo le Porte Ternana, Romana e Polella. Lui l’ha già chiamata: Porta Funaria. L’impianto arriverebbe alla Casa Rossa, conosciuta da tutti i narnesi ed in bella vista dai Giardini di San Bernardo, senza spese di energia. Maurini, specializzatissimo sulle fonti energetiche alternative, ha calcolato tutto, recuperando qualsiasi refolo di sole, acqua, vento, per fare arrivare la cabina a costo zero circa centocinquanta metri più in alto. Da lì il ponte tibetano per arrivare ai Giardini di San Bernardo. L’idea è davvero entusiasmante, bella che caratterizzerebbe il territorio, introducendo un attrattivo turistico senza pari. Non è ben chiaro chi dovrebbe sostenere il non trascurabile costo di impianto, comunque serviva ancorare l’idea ad una progettazione e così è stato. La spinta è venuta anche da Gianni Daniele e la sua TuttiperNarni, che cerca di portare avanti discorsi di prospettiva. Ora l’idea di collegare lo sperone narnese con quello della Montagna di Santa Croce viene da lontano, in verità: c’era stata nel tempo l’idea di una cabinovia, ipotizzata dall’architetto Sandro Di Mattia, ma niente è stata vicina alla realizzazione da un punto di vista fattuale di questa ipotesi. Non è che poi il ponte tibetano debba per forza essere legato all’impianto di risalita: quest’ultimo potrebbe anche cambiare lato sul fiume e arrivare ai Giardini. Tecnicamente non sarebbe un problema