E’ stato presentato questa mattina nella sala consiliare di Palazzo Spada il progetto “Un passo dopo l’altro” promosso dall’ U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) del Tribunale di Terni , in collaborazione con l’associazione Noità APS e il comune di Terni.
Il progetto tende a reinserire nella società chi ha sbagliato , in questo caso ragazzi fra i 18 e i 25 anni che sono imputati di reati non particolarmente gravi la cui pena edittale andrebbe fra i 2 e i 6 anni di reclusione.
“La misura penale cui sono sottoposti – precisa la direttrice dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Terni, la dottoressa Silvia Marchetti – è la messa alla prova ovverosia la sospensione del procedimento. Loro scelgono questo rito abbreviato , il processo viene sospeso e loro adempiono ad un programma di trattamento che viene validato dal giudice e che prevede come parte sanzionatoria il lavoro di pubblica utilità ma anche tutta una serie di prescrizioni a vantaggio del ragazzo. Quando il giudice concede la sospensione del procedimento con la messa alla prova , secondo quella che sarebbe la pena edittale, stabilisce che la messa alla prova va fatta per un certo periodo di tempo, 3 mesi, 6 mesi, fino a un massimo di due anni. Se la messa alla prova va a buon fine il reato è estinto altrimenti si riaprono i termini del processo.”
“E’ un progetto che ha una valenza molto forte – ha detto l’assessore al welfare del comune di Terni Viviana Altamura – perché vuole dare una seconda possibilità a chi, per svariati motivi, ha compiuto un errore. Un progetto reso possibile proprio grazie alla collaborazione fra diversi enti. Vi sono impegnati 20 ragazzi in attività che vanno dal decoro urbano, alla pulizia, alla rigenerazione della propria città.
Noi ci crediamo fortemente – ha aggiunto l’assessore Altamura – e confidiamo in una risposta della collettività che non si giri dall’altra parte ma che voglia veramente questi ragazzi reinseriti in un percorso di vita. La risposta fino adesso è stata buona. E i ragazzi hanno riacquistato la fiducia in se stessi e questo è il risultato più bello”.
“Loro svolgono il lavoro di pubblica utilità, generalmente 10/15 ore settimanali – aggiunge ancora la dottoressa Marchetti – a vantaggio della comunità, supportati da un tutor dell’associazione Noità e spesso viene svolto insieme a dei volontari. Il progetto termina a dicembre ma con l’amministrazione comunale stiamo pensando a come farlo proseguire”.
Alla conferenza stampa erano presenti anche la dottoressa Francesca Alessi (UEPE Terni) e la presidente dell’associazione Noità, Alessandra Pernazza.