Le patologie della colonna vertebrale rappresentano circa il 60 per cento dell’attività chirurgica in un reparto di Neurochirurgia, dato che anche in Umbria si attesta con la media nazionale.
È quanto emerso nel corso del congresso medico “Approccio multidisciplinare alle patologie degenerative ed oncologiche della colonna vertebrale”, che si è svolto nella sala convegni del museo diocesano di Terni.
“Di queste le più importanti sono le patologie degenerative, che coprono oltre l’80 per cento delle trattate in ambito neurochirurgico, seguite, in percentuale, dalle patologie oncologiche e dalle traumatiche. Molto più rare sono le patologie malformative congenite”, ha spiegato il dottor Carlo Conti, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e del reparto di Neurochirurgia dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, responsabile scientifico del convegno illustrando i numeri della sua attività.
“Il nostro reparto – ha proseguito – eroga circa 3mila prestazioni ambulatoriali l’anno, di queste oltre il 90 per cento riguardano patologie vertebrali, ma solo una piccola percentuale dei pazienti viene sottoposta ad intervento chirurgico. In totale effettuiamo circa 900 interventi l’anno di cui 500 sono dedicati a patologie vertebrali ed il restante a patologie degenerative”.
La due giorni di lavori ha visto parlare oltre 30 relatori e moderatori – massimi esponenti sul tema – provenienti da diverse regioni d’Italia che si sono alternati in quattro sessioni specifiche, per presentare con occhio clinico i diversi approcci possibili per il trattamento delle patologie degenerative ed oncologiche della colonna vertebrale.
Ad aprirli Donatella Tesei presidente della Regione Umbria, il dottor Pietro Manzi direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Terni e Massimo Francucci delegato in materia Sanità del Comune di Terni.
Nel corso del suo intervento la Presidente ha sottolineato che “siamo consapevoli che all’interno della nostra sanità regionale sono presenti delle eccellenze che vorremmo non solo, continuare a far crescere nell’interesse generale, ma ci sono delle cose che possono e che devono essere migliorate e dobbiamo lavorare perché questo avvenga. Sono consapevole di una cosa fondamentale: che qualsiasi miglioramento e qualsiasi azione riguardante la sanità pubblica deve essere affrontata insieme. Fare squadra con i professionisti, il personale sanitario ed insieme ai decisori politici è fondamentale per ottenere dei risultati”.
Il congresso si è focalizzato sull’importanza di un approccio multidisciplinare per il trattamento di queste patologie specifiche del rachide, dando spazio alle nuove tecnologie nel trattamento conservativo, chirurgico e del recupero funzionale dei pazienti affetti da patologia vertebrale e alla necessaria collaborazione ed integrazione tra neurochirurgo, medico di medicina generale ma anche oncologo, radioterapista, anatomopatologo, neuroradiologo, terapista del dolore, fisiatra.