Dopo la presentazione ufficiale del 28 novembre, venerdì il 22 dicembre Marta Bonucci torna a parlare del suo romanzo d’esordio “Terzo piano”, edito da Scatole Parlanti (collana Voci, pp. 138, euro 15), presso il Caffè Teatro (in corso Vecchio) nel corso dell’evento “Storie al caffè (teatro)”, ore 17.
Marta Bonucci, laureata in lettere e filosofia e giornalista, è curatrice, insieme a Matteo Paloni, de “La Cattiva Novella”, una collana che raccoglie racconti e poesie di autori e autrici esordienti, realizzata grazie ai fondi destinati all’editoria sociale di CESVOL UMBRIA, a cura di Emanuela Puccilli. Fa parte del gruppo di scrittura “CATENA”, un luogo per il miglioramento reciproco e collettivo per tutti coloro che coltivano la passione della scrittura.
Autrice di alcune opere di narrativa breve comparse nella raccolta “Racconti umbri” (Historica Edizioni, 2022),Bonucci nel suo primo romanzo narra la storia di una palazzina in una piccola città colpita da un’alluvione. «Il mio romanzo ruota intorno a due perni: uno è climatico, appunto, l’altro sociale. L’alluvione è il filo rosso della storia, il motivo per cui sei personaggi tra loro molto diversi si trovano a convivere in modo coatto al terzo piano della palazzina in cui vivono. Ma non è solo questo, il cambiamento climatico non è solo una presenza ingombrante che stravolge le esistenze dei personaggi ma è parte integrante della storia».
In “Terzo piano” infatti protagonisti sono gli abitanti di una palazzina, in una piccola città come tante, che vivono le loro vite in un’apparente serenità improvvisamente spezzata dal terribile evento climatico; la situazione precipita definitivamente quando bussa Mauro, l’inquilino del primo piano, un ex anarchico che ha da poco finito di scontare la sua pena detentiva.
«Il romanzo – aggiunge ancora la scrittrice – affronta anche un altro tema, di carattere sociale. A stravolgere la relativa quiete del terzo piano è l’arrivo di Mauro, un personaggio con un passato da sovversivo e che rimane ai margini della società. Mauro, con la sua storia personale e familiare, ha un ruolo fondamentale nel romanzo, ne diventa il protagonista, perché riesce a mettere a nudo le contraddizioni della nostra società e costringe gli altri personaggi del romanzo ad interrogarsi sui temi dell’integrazione e dell’emarginazione”.
“Terzo piano” si rivela un racconto in cui i temi sociali e morali – inclusione, emarginazione, perdono – vengono affrontati con una scrittura in cui la narrazione si fa sempre più concitata, in perfetta armonia con il ritmo dell’alluvione. Nel libro vengono analizzati al microscopio tutti i difetti di una società aggrappata al proprio benessere, troppo egoista e pigra per sforzarsi di andare oltre le apparenze e mettere a repentaglio il proprio status quo. Un delicato inno all’empatia verso gli ultimi.