“La Delibera della Giunta Regionale n. 1339 del 28 dicembre è l’ennesimo provvedimento di ‘galleggiamento’ adottato dalla Giunta Tesei che, confermando la rinuncia a ogni forma di seria programmazione del Servizio Sanitario Regionale, emana misure disorganiche, utili ad alimentare i traballanti tavoli ministeriali e a compiacere i gruppi interessati a maggiori quote di privatizzazione”.
A sostenerlo in una nota è il Forum Sanità del Partito Democratico di Terni.
“A fronte di un stato sempre più sofferente del Servizio sanitario regionale, testimoniato da liste di attesa ingovernabili, pronto soccorsi delle città in grave affanno e indicatori di salute declinanti, vengono adottati atti – si legge ancora – che non affrontano in prospettiva le necessarie riforme del SSR, quali quelle indotte dal PNRR sanità, ma servono solo ad alimentare una narrazione utile ad una campagna elettorale continua.
Una lunga interlocuzione con il Ministero della Salute, conclusasi sotto forma di monitoraggio del Piano di riordino delle rete ospedaliera adottato nel 2016 dalla giunta di centro-sinistra, lascia sul campo rispetto a quest’ultima 20 strutture complesse, alcune anche piuttosto importanti, di cui 7 solo dall’accorpamento dei presidi di Spoleto e Foligno sotto forma di ‘Terzo Polo’, programma anche la parte relativa ai privati del SSR (sia convenzionati che privati-privati) sottraendo di fatto risorse al resto della rete ospedaliera, sia economiche che di posti letto.
Talune interpretazioni diffuse in città hanno poi del surreale:
l’Azienda Ospedaliera non vede aumentare i posti in dotazione neanche di tutte le unità previste dal Decreto 34/2020 sul potenziamento delle Terapie intensive;
per gli 80 posti letto programmati per i privati convenzionati per la Provincia di Terni la delibera richiama esplicitamente la disciplina dell’art.8 quinquies del D.Lgs. 502/92, come modificato dalla legge per la concorrenza, che prevede requisiti e procedure per l’affidamento ad evidenza pubblica e periodiche, senza alcun riferimento alla cosiddetta legge “Stadi”, smentendo di fatto ogni rapporto con il progetto ex Ternana calcio finalizzato alla costruzione del nuovo stadio cittadino.
Siamo quindi all’uso strumentale se non peggio della programmazione sanitaria – conclude il Pd – in un continuo eccitamento degli animi e degli interessi che perde di vista ogni serio ragionamento sullo stato di salute della popolazione, sui bisogni effettivi e nuovi da affrontare e sulla necessità inderogabile di salvare il patrimonio collettivo costituito dal servizio sanitario nazionale”.
Ancora più critico il Movimento 5 Stelle. “Sul tema stadio-clinica, il sindaco di Terni esulta senza aver compreso bene la situazione. Oppure semplicemente finge di non capire. Intanto, con la delibera di riorganizzazione della rete ospedaliera umbra, la giunta regionale mette nero su bianco lo smantellamento dell’ospedale di Terni con la soppressione di importanti strutture complesse come Cardiochirurgia in favore di Perugia, come ampiamente denunciato nei mesi scorsi dal Movimento 5 Stelle. Si arriva persino a mettere sul piatto il declassamento dell’ospedale di Terni parlando di un’eccedenza di un DEA di II livello oltre agli accorpamenti delle unità operative complesse che passeranno dalle attuali 176 a 156.
Mentre i cittadini di Terni fanno la fila al Pronto Soccorso e gli anziani in attesa di ricovero trascorrono la notte su poltrone o barelle nei corridoi – scrive il M5S – i politici di destra-centro che gestiscono il Comune di Terni e la Regione Umbria esultano per la privatizzazione della sanità. Si entusiasmano per il flusso di denaro che finirà nelle tasche degli imprenditori privati, i quali potranno ottenere 80 posti convenzionati, sottratti alla sanità pubblica, per un valore di otto milioni di euro all’anno. In tutto questo lo stadio e la clinica non sono al centro di questa rivoluzione, non vengono mai menzionati e non c’è alcun vincolo sul progetto. Ovviamente non c’è nessun beneficio per chi necessita di cure.
Il sindaco Bandecchi – secondo i 5 Stelle – continua a parlare senza rendersi conto che il suo unico risultato è ottenere un trasferimento di posti letto dalla sanità pubblica a quella privata nel territorio dell’Usl Umbria 2, senza menzionare alcun progetto o obbligo di costruire stadi o cliniche a Terni. A pagare il prezzo più salato sono Narni, Amelia e Spoleto che complessivamente perdono 65 posti, aggravando ulteriormente il carico dell’ospedale di Terni solo per garantire un reddito sicuro a privati senza alcun vincolo nei confronti della città. Una scelta che indebolisce notevolmente anche l’impatto dei 58 posti complessivi in più ottenuti grazie al governo Conte con il DL 34/2020″.