“Il vostro compito è quello di amministrare l’azienda nel migliore dei modi e di attuare le linee programmatiche che vi sono state comunicate. E’ un principio elementare che vale a maggiore ragione in una società in house, quale è quella delle Farmacie Terni di intera proprietà del Comune di Terni.” Lo scrive il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo al consiglio di amministrazione di farmacie Terni, una società partecipata dal Comune che l’amministrazione intende porre sul mercato.
Il sindaco ricorda ai membri del CDA che sono a ricoprire quell’incarico “non solo per i vostri eccellenti curriculum e le vostre indubbie capacità professionali, voi siete lì perché il sindaco di questa città vi ha ritenuto tra i migliori per poter attuare gli indirizzi provenienti dagli organi politici – ad iniziare dal consiglio comunale – democraticamente eletti. All’atto della nomina voi, secondo legge, vi siete impegnati al rispetto degli indirizzi programmatici stabiliti, in qualunque momento, dal Consiglio Comunale.”
Nel merito delle questioni Di Girolamo ribadisce che “è compito del Comune individuare quale sia il migliore utilizzo di questo patrimonio aziendale nell’ottica di salvaguardare gli interessi primari della città. Ebbene, il Consiglio Comunale di Terni, ha deciso, al termine di un approfondito percorso amministrativo, inerente alla adozione secondo le norme del Testo Unico degli Enti Locali del Piano pluriennale di riequilibrio finanziario, che l’interesse dell’Ente è di alienare un patrimonio che non è più strategico e che può portare risorse decisive per gli equilibri del Piano, continuando comunque a svolgere la propria funzione. I cittadini potranno comunque utilizzare le farmacie indipendentemente dalla proprietà. Al di là delle capacità gestionali e dei bilanci che possono chiudersi o meno con perdite limitate o piccoli utili di esercizio, è palese agli occhi di tutti che le farmacie comunali non hanno più una funzione sociale da quando la distribuzione gratuita dei farmaci essenziali è a carico del Servizio sanitario nazionale.
Il welfare – scrive il sindaco – ha ben altri campi di azione, che costituiscono, in molti casi, vere e proprie emergenze sociali. Lo stesso concetto di servizio pubblico non sembra più addirsi a strutture per la distribuzione del farmaco che non registrano più alcuna diversità tra pubblico e privato. La scelta riformista di monetizzare risorse che possano essere utilizzate per i reali interessi della cosa pubblica d’altronde è stata imboccata da tempo da tante città italiane, da Bologna a Firenze.
Non entro, perché non è questa la sede, sulle possibili controversie legate a presunti danni economici, mi permetto di porvi il tema dei danni sociali. Non sfugge alle vostre persone, dotate non solo di competenze tecniche ma anche di attenzione ai temi cittadini, che la difesa, oltre ogni mandato, di situazioni non in sintonia con gli interessi del Comune e della città, costituisce per Terni un danno. Contribuire a risanare i conti di una azienda, di un ente, di un’associazione, facendo a meno di quello che non è più essenziale, costituisce le basi di una buona gestione e interesse primario che ogni pubblica amministrazione dovrebbe avere.
Questa amministrazione – conclude Di Girolamo – si è assunta l’onere di cambiare, di guardare agli interessi reali di Terni, di andare oltre alle piccole e grandi convenienze personali. Il percorso di privatizzazione messo in atto deve necessariamente basarsi sugli interessi dell’Ente e di Terni, sulla sacrosanta salvaguardia dei livelli occupazionali di Farmacie Terni, sulla qualità e distribuzione del servizio offerto ai cittadini.”