” Gli orti vivono d’acqua e il Patto è centrato sugli orti”. Però manca la materia prima, cioè l’acqua , pertanto il patto è del tutto inutile, quindi non ha più senso tenerlo in piedi.
E’ questa in sintesi la situazione che si vive da un anno a questa parte a Papigno. A Papigno, infatti, il Comune di Terni aveva stipulato un patto con l’associazione Papigno-Pesche per la rigenerazione degli orti urbani, patto che non può prescindere dall’uso della acqua irrigua. Perché le fontanelle restano a secco?
L’associazione Papigno Pesche lo spiega così:”c’è un filtro all’interno della vecchia fabbrica che ‘abusivamente’, negli anni, i cittadini di Papigno si sono ingegnati di ripulire da soli, chiedendo inutilmente che fosse spostato all’esterno della ‘proprietà privata’ di Cinecittà, per poter essere agevolmente manutenuto senza incorrere in violazioni e garantendo l’acqua alla parte alta del paese. È stato negato, non solo: siamo stati minacciati di denunce se avessimo proseguito a farlo, lì o altrove, “perché lo deve fare il Comune”.
“È stato acceso un Patto di Solidarietà fra il Comune e l’Associazione Papigno Pesche che dal 2011 ha cercato e continua a farlo, di rivitalizzare il paese e rigenerare l’ambiente naturale. In un anno, da che si è stipulato, oltre a rituali riunioni di “tavoli tecnici”, da taluni funzionari usati come aule d’esame, l’unica e fondamentale legittima richieste di avere garantito il flusso dell’acqua per l’irrigazione degli orti, è stata dribblata e inattesa dietro l’alibi “non si sa di chi siano le tubature, non si sa chi debba intervenire”.”
“Vogliamo segnalare la totale mancanza di rispetto verso le espressioni di democrazia di base – sottolinea l’associazione Papigno Pesche – che tentano di far rivivere il territorio e la vuota demagogia dei Patti di solidarietà”.
“I nostri entusiasmi verso la collaborazione con il Comune per “la rigenerazione” del paese sono stati sepolti sotto un cumulo di burocrazia e di scaricabarile.Noi – conclude l’associazione di Papigno – abbiamo detto basta: interrompiamo unilateralmente il Patto. Procederemo da soli (come sempre fatto d’altronde) cercando di mantenere in vita gli orti e confidando in precipitazioni naturali.
E’ comunque certo che ci batteremo con ogni mezzo legale per la nostra acqua (fluviale n.d.r.) visto che è un servizio essenziale e dovuto nonché regolarmente tassato dalla Tevere-Nera”. Ad oggi, via Pisacane e piazzetta Amendola sono totalmente a secco.