“Nel mese di gennaio il Comune di Perugia ha affidato la gestione delle aree verdi della città all’Afor (l’agenzia forestale regionale) cancellando anche esperienze storiche e di grande qualità sociale come quella del Bosco didattico di Perugia dove dal 1999 sono stati avviate al lavoro 90 persone svantaggiate. In questi giorni anche il Comune di Terni sta ipotizzando di affidare la gestione delle aree verdi della città all’Afor scelta che, se confermata, produrrà la perdita del lavoro per circa 40 persone in larga parte svantaggiate che, se estromesse, rischiano di entrare in un circolo vizioso fatto di esclusione e marginalità sociale”. E’ la dichiarazione congiunta di Carlo di Somma e Andrea Bernardoni, di Confcooperative e LagaCooperative.
“C’era una volta il valore degli inserimenti sociali delle persone svantaggiate – aggiungono Di Somma e Bernardoni –, ora c’è l’affidamento all’Afor. Le scelte delle amministrazioni comunali in questi ambiti stanno andando verso un progressivo affidamento al nuovo strumento nato dalle ceneri delle vecchie Comunità montane, dimenticando il valore della gestione dei beni comuni. Dimenticando, inoltre, che l’articolo 33 della legge regionale numero 26 del 2009 obbliga, proprio per favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, a privilegiare negli appalti pubblici l’affidamento di servizi a quelle cooperative sociali che hanno come principale mission proprio l’inserimento lavorativo delle fasce deboli. Non rendendosi conto che la fuoriuscita di queste persone dal lavoro li ricaccia nei circuiti di politiche assistenziali”.
“Queste scelte – continuano Bernardoni e Di Somma – stanno mettendo in discussione il ruolo sociale delle cooperative sociali di inserimento lavorativo che proprio nella gestione delle aree verdi hanno dimostrato di poter realizzare con efficacia percorsi di inserimento al lavoro di persone con gravi disabilità fisiche e psichiche, ex detenuti e persone vittime di dipendenze”.
“È per queste ragioni – concludono Di Somma e Bernardoni – che auspichiamo un ripensamento delle amministrazioni locali e che nei prossimi mesi chiederemo formalmente a Regione e Anci Umbria di aprire tavolo di confronto regionale su questi temi con l’obiettivo di dare attuazione alle norme nazionali e alle leggi regionali che impegnano gli Enti locali a privilegiare le cooperative sociali negli affidamenti delle forniture di beni e servizi. Nella crisi le persone più deboli sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto. Per queste regioni crediamo che sia opportuno rimettere al centro dell’agenda politica della comunità regionale il sostegno ai percorsi di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, partendo da un progetto regionale di gestione sociale delle aree verdi.”