La Corte di Appello di Roma ha respinto il ricorso promosso dalla Sangemini Spa. che chiedeva al Comune di Fiuggi un risarcimento pari a 100 milioni di euro per avere risolto il contratto che li legava. Alcuni anni fa Sangemini gestiva l’imbottigliamento e la commercializzazione dell’acqua Fiuggi, poi il Comune (proprietario attraverso la società in house Acqua e Termea) aveva deciso di riprendere in mano la gestione.
Il caso era finito davanti al tribunale Civile di Frosinone che con la sentenza 175/2020 aveva dichiarato “l’avvenuta risoluzione di diritto, ex art. 1456 del Codice Civile, del contratto di affitto d’azienda e di tutti i contratti inter partes ad esso collegati, per fatto e colpa di Sangemini S.p.A.”.
Una sentenza che Sangemini ha impugnato in appello. E che ora è stata definita con la sentenza n. 6416/2024.
L’ex gestore aveva riproposto anche alla Corte d’Appello di Roma la richiesta di risarcimento. I giudici hanno invece accolto le tesi degli avvocati del comune di Fiuggi dichiarando inammissibile la richiesta d’appello e confermando la sentenza di primo grado.
“Ha vinto una città intera”, ha commentato il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini.