L’unione fa la forza e consente di sperare nella valorizzazione del prodotto.
Il prodotto in questione è l’olio extra vergine di oliva per il quale i produttori non devono accontentarsi di sopravvivere altrimenti dopo i nonni e i genitori non resterà nessuno a produrlo. Dunque, l’olio extra vergine di oliva va valorizzato. Va fatto comprendere che un prodotto di altra qualità non può essere svenduto e quindi va stabilito un prezzo sotto il quale non si può scendere, un prezzo minimo di vendita.
Considerazioni che sono emerse durante la presentazione del progetto per la realizzazione del marchio territoriale del comprensorio amerino, narnese e orvietano dell’olio evo di qualità. Al momento sono coinvolti produttori di alcuni comuni dell’Umbria Sud, come Amelia, Alviano, Attigliano, Baschi, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecchio, Narni, Orvieto e Penna in Teverina.
“I nostri produttori stanno preparando l’olio di alta qualità – ha detto il presidente di Italyheart, Giovanni Crocelli – in Umbria siamo invasi da un mare verde di olive, quest’anno”. Crocelli ha preannunciato che il consorzio verrà ufficialmente presentato nel corso di un evento nella primavera 2025. L’obiettivo è quello di conquistare non solo il mercato locale ma anche quello italiano e internazionale.
Tutto ciò al fine di stimolare “chi è proprietario di oliveti a produrre olio”, considerato che attualmente con i costi di gestione che ci sono “non conviene” e il rischio più grande “visto che i contadini sono i custodi del territorio e dei panorami è quello, con l’abbandono, del loro deterioramento, anni di fatica e di sacrifici buttati”.
“È un’esperienza molto importante – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni – che salda tre fattori di successo , la qualità con la q maiuscola, l’aggregazione ovverosia unire le forze perché si può essere piccoli ma non si deve restare soli e, infine, il legame con il territorio”.
“Se vogliamo che i nostri territori marginali, le nostre aree interne non si spopolino – ha aggiunto l’assessore Morroni – dobbiamo creare occasioni di sviluppo importanti e serie e un’esperienza come quella di Italyheart, indubbiamente, va nella giusta direzione. Tutti ci riconoscono che l’olio umbro è di straordinaria qualità, tutto questo valore dobbiamo trasferirlo a livello di prezzo, una cosa che vale non può essere svenduta”, tutto ciò consentirebbe di “dare vita a esperienze anche economicamente rilevanti, questa è l’opportunità che abbiamo, questo è il percorso che dobbiamo essere capaci di costruire”.
“Italyheart lo abbiamo fondato alcuni anni fa insieme a un gruppo di soci innamorati di questo territorio – ha detto il presidente Crocelli – ci siamo uniti per cercare di salvaguardarlo e valorizzarlo, questo territorio attraverso il suo prodotto tipico, l’olio. E crediamo che i grandi sogni si fanno in tante persone e vogliamo produrre un DOP Umbria di altissima qualità”.
L’olio dop verrà venduto direttamente dal produttore sia direttamente sul territorio, sia su un portale. Per questo “non verrà nella grande distribuzione né sulle piattaforme on line”, ha aggiunto Crocelli, “potrà essere venduto anche da negozi certificati dal consorzio e da ristoranti, lo stesso certificati”.
Alla conferenza stampa hanno preso parte la presidente della provincia di Terni e sindaco di Amelia Laura Pernazza e il presidente dell’ente certificatore, il Parco 3 A, Marcello Serafini che ha già dato il marchio dop a prodotti tipici come igp del vitellone bianco dell’appennino centrale, l’igp del prosciutto di Norcia, l’igp della lenticchia di Colfiorito, l’igp del pampepato di Terni.