Fabio Laurucci è consigliere comunale di minoranza a San Gemini eletto nella Lista Unità & Responsabilità per Bracco Sindaco.
1) Proposte per lo sviluppo della Regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali
2) Una ricetta per rivitalizzare i centri cittadini nell’ottica di città dinamiche
I centri storici delle nostre realtà urbane diventano attrattivi se sono in grado di coniugare incentivi al consumo e qualità del tempo libero. Non è certo concedendo l’accesso selvaggio del mezzo privato a sostenere gli esercizi di prossimità, ma una politica che disincentivi la gentrificazione dei grossi agglomerati commerciali, delle grandi distribuzione, collocati proprio a ridosso dei centri storici. Occorrono quindi incentivi diretti ed indiretti alle attività di commercio, così che possano rendersi competitivi rispetto alla grande rete commerciale. Al tempo stesso la rivitalizzazione dei centri urbani e dei borghi di cui l’Umbria è ricca può avvenire solo con una attenta programmazione di eventi culturali, musicali, enogastronomici ed artistici che possano stimolare l’impiego di un tempo libero dal lavoro che non sia solo esercizio di consumo ma anche soddisfacimento delle esigenze immateriali cioè intellettuali, ricreative e sociali. Una politica di grandi eventi diffusi renderebbe attrattive le nostre città non solo per chi vi abita ma anche per chi trarrebbe interesse dal visitarle.
3) Piano regionale non autosufficienza: perché l’Umbria continua a negare l’assegno di cura/sollievo per le famiglie di disabili?
-Da tempo le famiglie e i caregiver delle 63 mila persone con disabilità, presenti in Umbria, hanno bisogno di aiuti e sostegni, ma questa necessità ineludibile non può essere risolta con il solo bonus senza una vera presa di coscienza sui diritti. Pur ritenendo legittime le richieste economiche per la “sopravvivenza qui ed ora” per tante famiglie in difficoltà con situazioni gravi e gravissime, non si può pensare che solo con un bonus economico, si possano risolvere le necessità di persone con disabilità grave e gravissima. Il “contributo”, peraltro irrisorio e proveniente dallo stesso capitolo di bilancio, andrebbe a sottrarre risorse per quello che invece, anche alla luce della attuazione della Legge delega sulla disabilità con l’approvazione degli ultimi Decreti attuativi (decreto n. 62/24), dovrà garantire il pieno e soddisfacente percorso del “prendersi cura” da un lato garantendo l’assistenza necessaria per le persone con disabilità grave e gravissima e dall’altro le azioni e i servizi per la piena inclusione all’interno del progetto personalizzato adeguatamente finanziato e sostenuto dai Servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali. Occorre programmare interventi che garantiscano l’effettiva realizzazione del progetto di vita duraturo, in linea con le esigenze e le aspettative delle persone con disabilità e delle loro famiglie.