Si dice angosciato per le sorti del teatro Verdi, il vicesindaco e assessore alla cultura Andrea Giuli che ha ricevuto l’ufficialità del vincolo chiesto nel 2015 sull’intero edificio dalle strutture politiche e tecniche dell’amministrazione comunale di allora e accordato dai vertici della Soprintendenza umbra. Vincolo che in un passaggio essenziale così recita: “Trattasi di fabbricato del 1940 di notevole interesse culturale, pur tenendo conto che la parte rimasta originale dopo gli interventi di ricostruzione post bellica, è limitata al pronao ingresso, foyer e soprastanti locali di intrattenimento e rimane quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela…”.
Giuli afferma che “non serve stracciarsi le vesti, ma tentare un’ultima carta di confronto e dialogo verso la Soprintendenza stessa e agire poi di conseguenza, operando una scelta pragmatica e realistica. O il glorioso teatro comunale resterà chiuso fino alla pensione dei nostri figli”.
Il Vicesindaco ricorda come in precedenza fosse stata “sviluppata una idea progettuale, giudicata da più parti interessante, per un cosiddetto “teatro lirico”, una sorta di punto di equilibrio tra i polettiani più ortodossi e i modernisti integrali che prevedeva una struttura da 800 posti con una spesa tra gli 8 e i 9 milioni, previa demolizione dell’intera parte retrostante il pronao e ingresso”.
Ora, però, le cose sono cambiate, quindi la proposta.
“Penso sia opportuno, immediatamente dopo le festività natalizie, promuovere una sorta di ultimo confronto pubblico, assai stringente, nel quale, davanti alla città, l’amministrazione comunale, magari la stessa Soprintendenza, le associazioni e gli enti interessati, tecnici ed esperti, conclude Giuli, possano confrontarsi in via definitiva e far sentire la propria voce su una questione tanto delicata e sentita. È solo una proposta. Quindi, ciascuno si assumerà le proprie responsabilità”.