Iniziativa della Cgil di Terni che, a 10 anni di distanza, ha voluto ricordare la durissima battaglia sindacale durata mesi contro il piano di licenziamenti avanzati dall’allora amministratrice delegata, Lucia Morselli (550). Agli inizi di dicembre 2014 fu firmato un accordo fra governo, azienda e sindacati che non prevedeva, tra l’altro, licenziamenti ma esodi volontari. Accordo approvato due settimane dopo dai lavoratori.
Quei giorni, settimane e mesi caldissimi sono stati ricordati con una manifestazione al Teatro Secci dove sono intervenuti il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, il segretario nazionale della Fiom Michele de Palma, il segretario regionale della Cgil, Maria Rita Paggio, il segretario della camera del lavoro di Terni, Claudio Cipolla, il segretario della Fiom di Terni Alessandro Rampiconi e Rosario Rappa che nel 2014 era segretario nazionale della Fiom.
In apertura è stato presentato un documentario su quella battaglia sindacale con immagini che sono entrate a far parte della storia di Terni: lo sciopero generale della città che portò in piazza 30 mila persone, il blocco della circolazione ferroviaria alla stazione, il blocco della circolazione stradale sulla A1 a Orte, gli scontri con la polizia a piazza Indipendenza, a Roma.
“Essere oggi a Terni – ha detto Landini – è per ricordare quello che è successo 10 anni fa e vorrei dire che l’acciaieria è stata salvata da una lotta che è durata mesi, ha visto occupazioni, blocchi stradali. Ecco, vorrei ricordare a tutti, – ha aggiunto Landini – che se passa il decreto sicurezza , l’acciaieria oggi non ci sarebbe più e quei lavoratori sarebbero stati tutti arrestati. Credo che sia molto importante ricordare che la libertà e la lotta dei lavoratori non servono solo ai lavoratori, servono al territorio, servono a difendere i sistemi industriali del nostro paese e per questo chiediamo che venga ritirato il decreto sicurezza perché la sicurezza è creare lavoro, combattere la precarietà e affermare i diritti delle persone non limitare la libertà delle persone”.
Riferendosi al governo e in particolare alla presidente del consiglio, il segretario della Cgil ha detto che “la Meloni mente sapendo di mentire, vedo questa agitazione perché le piazze si sono riempite e perché lo sciopero è andato bene. Anziché misurarsi con quello che stiamo proponendo dicono che stiamo facendo politica. È fare politica chiedere che aumenti i salari? Lei non lo sta facendo. È fare politica dire di aumentare la spesa sulla sanità? E loro non lo stanno facendo. È fare politica dire che la riforma fiscale deve ridurre la tassazione su lavoro dipendente e pensioni e tassare la rendita finanziaria? Stiamo chiedendo delle cose molto precise, è il governo che non sta rispondendo e sta raccontando delle balle. E il fatto che abbiamo chiesto un incontro e non ce lo danno , non stanno facendo un danno a Landini o a Bombardieri (segretario Uil, ndr), stanno dando uno schiaffo in faccia a quella parte del paese che con il suo lavoro, lo tiene in piedi”.
A margine della manifestazione il segretario della Fiom De Palma ha fotografato la situazione in Ast: “bisogna riaprire immediatamente il confronto – ha detto – per fare gli investimenti necessari a rilanciare la qualità e i volumi della produzione a Terni e per garantire un futuro occupazionale e di stabilità dell’azienda sul territorio”.
Sulla mancata firma dell’accordo di programma De Palma ha detto che “c’è stato un rimpallo di responsabilità. È ora di cambiare gioco, ora si devono fare gli accordi per confermare il piano industriale e fare gli investimenti che servono”.