Le Segreterie Territoriali di Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Ugl lunedì 10 febbraio hanno scritto ai parlamentari umbri e quelli europei eletti nella circoscrizione centrale e per conoscenza alla Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e al Sindaco di Terni Stefano Bandecchi per una valutazione del dossier Acciai Speciali Terni non avendo novità in merito alle due deadline individuate dal Ministro Adolfo Urso nell’ultima riunione al MIMIT del 30 dicembre 2024. (20 gennaio e febbraio 2025).
Oggi, invece, hanno chiesto al Prefetto di Terni Antonietta Orlando di convocare una riunione per la pianificazione di interventi in materia di salute, ambiente e sicurezza in Acciai Speciali Terni, considerato che esiste un protocollo siglato il 1° febbraio 2008, 8 aprile 2010, 9 aprile 2014 e 22 novembre 2018 ed ancora in essere. La richiesta è stata fatta dopo aver ascoltato le diverse dichiarazioni su tavoli di incontro ufficiali e a mezzo stampa in merito all’impatto ambientale di Acciai Speciali Terni, con presunti sforamenti degli indici di inquinamento e/o del raggiungimento del limite. In ragione invece della revisione al ribasso delle direttive comunitarie che tra l’altro imporranno investimenti per attualizzare i limiti, con l’azienda abbiamo sviluppato diversi confronti dove ci è stato assicurato che, come sempre fatto, le emissioni saranno adeguate alle nuove norme nel modo e nel tempo giusto.
“Come più volte richiesto in questa fase particolare serve senso di responsabilità e soprattutto serve fare chiarezza intorno alle vicende di Acciai Speciali Terni – scrivono in una nota Fiom Cgil-Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl – Le questioni ambientali e di salute non possono mai essere subordinate all’accordo di programma e agli investimenti. Il Sindaco di Terni è autorità sanitaria e ha l’obbligo di intervenire immediatamente se ci sono sforamenti dei livelli di inquinamento. A noi per primi interessa la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici e anche dei cittadini.
Per quello che ci riguarda ribadiamo che gli investimenti annunciati ormai tre anni fa servono anche per affrontare una decisa decarbonizzazione del sito, ad una ambientalizzazione a partire dal “progetto scorie” e quello del landfill mining che insieme al mantenimento degli asset e dei livelli occupazionali prefigurano un aumento della produzione sia nell’area a caldo che nell’area a freddo. Cosa questa confermata direttamente dalla proprietà nella riunione a Cremona del 10 dicembre 2024. Dal nostro punto di vista questo è il cuore del piano industriale e non possiamo pensare che possa esse messo in discussione per nessun motivo sia da eventi endogeni che esogeni”.
“Per quanto riguarda, Invece, l’accordo di programma – si legge ancora nella nota sindacale – ricordiamo che lo ha chiesto da subito il Cavalier Arvedi subordinandolo al piano industriale con Governo, Regione Umbria e Comune di Terni che hanno sostenuto il percorso con trionfalismo ed entusiasmo anche se non prevedeva la presenza dei rappresentati dei lavoratori. Così come la questione del caro energia è sempre stata attenzionata dal Governo che si è reso disponibile a lavorare per trovare le soluzioni, fino a quando l’azienda ci ha comunicato di avere una proposta con solide basi giuridiche, oggetto in discussione entro il 20 gennaio 2025 e di cui però non conosciamo gli esiti.
L’impressione è che ancora una volta le istituzioni e la politica in generale segni il passo con i problemi dei lavoratori e dei cittadini.
La chiarezza che oggi manca – anche per il fatto di non aver partecipato ai tavoli per la definizione dei temi dell’accordo di programma – sarà nostra cura ricostruirla con i lavoratori attraverso un ciclo di assemblee da fare nelle prossime settimane, anche per decidere insieme le mobilitazioni da intraprendere a partire dalle modalità delle 8 ore di sciopero già proclamate per marzo”.