Un’ampia rassegna per celebrare l’impressionismo francese, ma anche e soprattutto la stagione impressionista in Italia, superati i 150 anni dalla prima mostra che ne ha sancito la nascita a Parigi il 15 aprile 1874. E’ la mostra “Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull’Impressionismo tra Francia e Italia” a cura di Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano, allestita a palazzo Montani Leoni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, fino al 29 giugno.
“L’impressionismo è sempre attuale – ha detto il cocuratore Pierluigi Carofano – è ciò che dà inizio all’arte contemporanea e il rapporto, specialmente in questa mostra che è evidente con tutti gli altri fenomeni figurativi, di fatto dà ragione dell’importanza di questo grande movimento europeo. I macchiaioli sono dei pittori che contemporaneamente, anzi in anticipo rispetto agli impressionisti, sperimentano un tipo di pittura che è quello della macchia, cioè la scomposizione del colore attraverso l’influsso della luce”.
45 opere – tra sculture, dipinti e scritti – provenienti da importanti musei nazionali ed internazionali, dalle Collezioni d’arte delle Fondazioni bancarie, degli Istituti di credito e dalle Gallerie d’Italia, celebrano gli artisti che, dalla metà dell’Ottocento agli anni ’20 del Novecento, hanno dato lustro al nostro Paese e che non sempre sono stati adeguatamente onorati, si legge in una nota, in quanto la loro fama è stata oscurata dal successo dominante del movimento francese.
“Palazzo Montani Leoni si apre ancora una volta alla grande arte – ha affermato il presidente della Fondazione Carit Emiliano Strinati – proponendo un dialogo tra Francia e Italia in una delle più interessanti e amate stagioni dell’arte, quella dell’Impressionismo, mostrando e dimostrando come anche gli artisti del nostro Paese hanno partecipato a questo movimento dando un loro contributo originale. Per questa mostra sono arrivate a Terni importanti opere di artisti italiani e francesi, con uno “sguardo”, come recita il titolo, ampio su quello che è stato l’Impressionismo, comprendendo les italianes a Parigi, i Macchiaioli, ma anche degli “omaggi” di artisti del Novecento”.
Corot, tra i precursori del movimento, e Palizzi aprono la mostra, mentre un raro disegno su carta di Manet introduce la sezione dell’Impressionismo francese, impreziosita da uno studio preparatorio per le Ninfee di Monet, considerato il padre del movimento.
Tra gli artisti francesi presenti in mostra Berthe Morisot, l’unica donna tra i fondatori del movimento francese, con tre opere provenienti da collezioni francesi e irlandesi.
Edgar Degas, conosciuto come il pittore delle ballerine, è presente in mostra con due sculture e due incisioni,
Nelle sale successive sono presentate le opere degli Italiens, De Nittis, Zandomeneghi, Boldini, Corcos e Medardo Rosso, alcuni tra i più importanti artisti italiani che si trasferirono a Parigi per inseguire le novità artistiche europee presentate ai Salon annuali e alle varie edizioni della Exposition Universelle.
Un’ampia sezione è dedicata ai Macchiaioli con Fattori, Lega, Signorini e Banti, ai quali i curatori della mostra hanno dato ampio spazio soprattutto con opere rappresentative della loro esperienza francese. Francesco e Luigi Gioli, invece, sono rappresentanti autorevoli della corrente tardo macchiaiola.
La mostra culmina con una sezione tutta contemporanea, un originale quanto unico “omaggio all’Impressionismo” offerto da Mario Schifano e Tano Festa, le cui tele celebrano la fortuna di questa grande innovazione pittorica.
Un video messo a disposizione dalle Teche della Rai completa il percorso espositivo.
“Siamo lieti di presentare questa ampia rassegna – hanno evidenziato i curatori Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano – frutto di un lungo studio avviato da oltre un anno, che ha visto il coinvolgimento di musei civici, gallerie nazionali e internazionali, istituti di credito e consorelle fondazioni bancarie, che hanno accolto con entusiasmo il progetto della Fondazione Carit. La mostra offre l’opportunità di esplorare le connessioni tra le diverse correnti artistiche dell’epoca e di apprezzare l’eredità duratura dell’Impressionismo. Un viaggio attraverso i maggiori rappresentanti della storia dell’arte a cavallo tra Ottocento e Novecento, dai maestri della Scuola di Barbizon, fondatori di una nuova visione della natura, agli Impressionisti e ai Macchiaioli che, pur ispirandosi ai principi del realismo francese, hanno esplorano la luce e il colore in modi innovativi e personali”.