Nel dicembre 2024, il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, annunciava con entusiasmo l’avvio di una nuova era per la manutenzione stradale cittadina. Con l’acquisto di una serie di macchinari oltre la famigerata macchina “tappabuche”, l’amministrazione puntava ad internalizzare gli interventi, promettendo di riparare “72.000 buche con soli 50.000 euro di materiali, a fronte dei 670.000 euro precedentemente spesi per lavori simili”. «Oggi, a pochi mesi di distanza -dichiara- Roberto Pastura si assiste ad un repentino cambio di strategia. Il Comune ha deciso di esternalizzare nuovamente la manutenzione ordinaria delle strade, avviando una procedura negoziata per affidare i lavori a ditte specializzate. Il piano prevede un investimento complessivo di 1,4 milioni di euro nel triennio 2025-2027. Questa inversione di rotta, di per sé corretta, solleva però interrogativi sulla coerenza delle politiche adottate e sull’efficacia delle soluzioni precedentemente promesse. La narrazione iniziale, incentrata sull’efficienza e sul risparmio derivanti dalla internalizzazione, sembra ora scontrarsi con la realtà operativa e gestionale. Non è questione di polemica, è questione di credibilità e la credibilità, per chi ha l’onore di amministrare, è tutto. Non possiamo far finta che nulla sia accaduto. Chi ha costruito una campagna politica promettendo che la città avrebbe risparmiato con la gestione interna dei lavori pubblici, oggi deve spiegare perché ha fatto esattamente il contrario. La differenza tra chi governa con responsabilità e chi si affida agli slogan sta proprio qui. Ribadisco quanto già affermato più volte anche in Consiglio Comunale: non faccio opposizione per partito preso, la mia è una posizione fondata sui fatti, orientata dal rispetto profondo per il mandato ricevuto dai cittadini e dalla convinzione che in politica la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa non sia un dettaglio, ma un principio irrinunciabile e quando viene meno va spiegata. Le narrazioni, prima o poi, incontrano la prova dei fatti — ed è lì che si misura la credibilità di chi governa».