“A seguito della richiesta delle organizzazioni sindacali”, lunedì 26 maggio, le aziende del gruppo Arvedi-Ast hanno iniziato la presentazione del piano industriale durante un incontro cui erano presenti gli amministratori delegati Dimitri Menecali e Alessia Balloriani, il direttore Risorse umane di Acciai Speciali Terni e Tubificio di Terni Giovanni Scordo, il responsabile Salute e sicurezza Ferdinando Camponi e il responsabile della Divisione Sdf Ambro Carpinelli.
A comunicarlo sono le segreterie territoriali dei sindacati dei metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic e Ugl che hanno riscontrato “l’avvio degli approfondimenti sul piano 2022-2028 per quanto riguarda la strategicità del gruppo nei mercati globali”. “Ripartendo dalla presentazione avvenuta il 2 maggio al Mimit – hanno commentato le organizzazioni sindacali – abbiamo chiesto dettagli in merito agli elementi che compongono il piano industriale, il piano ambientale e il piano sociale. L’azienda si è resa disponibile ad affrontare questi tre temi insieme alle delegazioni sindacali e a tutta la Rsu del gruppo prevedendo ulteriori step che saranno calendarizzati nei prossimi giorni”.
“In un contesto macroeconomico e geopolitico estremamente complicato registriamo una tenuta complessiva degli investimenti che puntano a un consolidamento dell’area a caldo e un ampliamento dei prodotti a freddo per creare il giusto bilanciamento. Tutto ciò – sottolineano i sindacati – nonostante la messa in stand-by del magnetico e di due linee del freddo. Le evoluzioni su queste scelte rientreranno e saranno monitorate nella discussione generale. La prosecuzione della discussione sarà ripresa in tempi utili e comunque svincolata dalle vicende dell’accordo di programma, che era, è e sarà determinante per la competitività e per le sfide globali che le acciaierie ternane dovranno affrontare in termini di sostenibilità ambientale sociale ed economica”.
“Abbiamo appreso tra l’altro – concludono Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic e Ugl – che il nodo delle infrastrutture, che insieme all’energia era essenziale per chiudere l’accordo di programma, è diventato un capitolo indipendente fatto da interlocuzioni tra Anas e Ast che sono in via di definizione. A differenza dalle nostre aspettative in merito ai benefici dei fattori localizzativi strategici a sostegno dell’intero territorio, oggi ci troviamo di fronte a uno scenario completamente diverso. Quest’ultimo aspetto è anche il segno del perché il 30 maggio 2025 sarà l’ennesimo orizzonte temporale disatteso dalla politica, con l’auspicio che l’accordo di programma arrivi al più presto possibile con il testo che possa risolvere le questioni che oggi impediscono uno sviluppo duraturo dell’azienda e del territorio”.