L’inquinamento atmosferico è il maggiore rischio per la salute in Europa.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno nel mondo oltre 7 milioni di persone muoiono prematuramente a causa dell’aria inquinata, mentre l’Agenzia Europea dell’Ambiente stima che solo nel nostro Paese l’esposizione agli inquinanti atmosferici provochi decine di migliaia di decessi prematuri all’anno e per tutti una riduzione della speranza di vita.
Il singolo non può evitare di esporsi a tale inquinamento in quanto ogni giorno respiriamo circa 12000 litri di aria e le sostanze tossiche trasportate, oltre che agire localmente, se di dimensioni molto piccole possono passare la barriera alveolare e tramite il circolo sanguigno agire ovunque nel corpo.
Nel 2021 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito i valori al di sopra dei quali c’è evidenza di importanti conseguenze sulla salute, tali limiti sono stati parzialmente accolti a livello europeo con la direttiva sulla qualità dell’aria n.2024/288 ed entreranno in vigore nel 2030.
La legge attuale che risale al 2010 prevede limiti superiori.
Gli Stati nazionali hanno tempo due anni per recepire la Direttiva, ma è indispensabile agire oggi per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico e salvaguardare la salute delle persone. I cittadini di oggi devono avere gli stessi diritti dei cittadini del 2030 a respirare un’aria che non li faccia ammalare.
L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) e l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club da gennaio 2025 hanno iniziato a esaminare mensilmente i dati rilevati dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria gestite dalle ARPA/APPA che fanno parte del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e diffusi da queste stesse Agenzie, in 26 città italiane di 17 regioni. Sono considerate le medie giornaliere relative alle polveri sottili ed al biossido di azoto.
Dai dati rilevati nel primo quadrimestre del 2025 per PM10 e PM2,5, appare che nel Comune di Terni i valori rilevati hanno già superato i limiti previsti dalla prossima normativa per l’intero anno.
È utile precisare che i valori soglia non hanno alcun significato biologico perché sono documentati importanti effetti negativi per la salute anche sotto tali concentrazioni. Esiste una relazione di proporzionalità diretta fra livelli di inquinamento ed effetti negativi per la salute. Viceversa una riduzione del medesimo è seguita in tempi relativamente brevi da una riduzione della mortalità e dei ricoveri per malattie cardiorespiratorie e per tumore del polmone.
“Per questo -scrive ISDE – in qualità di responsabile della salute pubblica nel proprio territorio con poteri di programmazione, le segnaliamo la situazione in modo da intervenire per migliorarla e la informiamo che sarà nostra cura inviarvi periodicamente un report sull’andamento dell’inquinamento nella sua città”.
ISDE, oltre al sindaco Bandecchi, ha scritto ad altri 17: Torino, Genova, Milano, Bergamo, Brescia, Vicenza, Padova, Venezia, Trento, Parma, Modena, Bologna, Pescara, Napoli, Catania, Messina, Palermo.
Si tratta di una nuova iniziativa nell’ambito del Progetto “Salute e Inquinamento Atmosferico nelle Città Italiane” avviato quest’anno dall’Associazione, con:
- la redazione di un Position paper sull’inquinamento atmosferico, che offre un’analisi approfondita sugli effetti dell’inquinamento sulla salute, sulle fonti di emissione e sulle strategie di mitigazione, proponendo nel suo ambito anche una “cassetta degli attrezzi” per intervenire a livello locale con azioni di advocacy;
- l’avvio di una campagna di rilevazione dai dati giornalieri dei principali inquinanti atmosferici monitorati dalle ARPA in 26 città di 17 regioni, in collaborazione con l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile promosso da Kyoto Club e Clean Cities Campaign.