Il dirigente cinese dal nome impronunciabile ieri ha incontrato le istituzioni della città, sindaco Lorenzo Lucarelli in testa, sul futuro della storica fabbrica narnese della Sangraf. Ed è stato un incontro interlocutorio: “Momenti di difficoltà, il mercato non ci aiuta” e così via. Ma non ha chiuso la porta in maniera definitiva, lasciando aperta la speranza (poca) di una qualsiasi ripartenza. Ma da parte del Sindaco c’è stata la richiesta di impegni futuri sulla gestione attuale a tutela anche dei lavoratori “Ma anche impegni per i fornitori e chiarezza sulle prospettive future del sito” ha detto il Sindaco.
Anche perché in capo alla Sangraf c’è un finanziamento milionario del Governo per la produzione di idrogeno verde: doveva diventare il punto di riferimento dell’idrogeno, appunto, e dell’energia a basso costo della Regione. Ma la chiusura della Sangraf vanificherebbe tutto e volatilizzerebbe il pacco di milioni necessario allo sviluppo.
La fabbrica è ferma coi lavoratori in varie forme di cassaintegrazione. I fornitori, come dicono i sindacati, non vengono pagati; facendo così manca la pulizia ed in definitiva anche la sicurezza. I sindacati hanno scritto un comunicato di fuoco e dalle loro richieste si possono scrivere le difficoltà della fabbrica. Al di là della legittima richiesta del pagamento delle ditte fornitrici, i lavoratori chiedono la sicurezza dell’approvvigionamento delle materie prime, perché, ça va sans dire, da lì e solo da lì può ripartire la fabbrica con una credibilità diversa. Che intanto continua a perdere i pezzi più qualificati che trovano lavoro. Una bella grana per la città. La risposta delle proprietà cinese starà nei fatti dei prissimi giorni e settimane.
Ovviamente l’assessore regionale Francesco de Rebotti e il sindaco Lorenzo Lucarelli sono attentissimi per guidare qualsiasi sviluppo dovesse appalesarsi. Il loro compito, però, si presenta davvero arduo.