La Terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Luca Simonetti, ha ascoltato l’illustrazione della ‘Relazione del garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale” , sull’attività svolta nel 2024 e sui risultati ottenuti’.
Nel suo intervento l’avvocato Giuseppe Caforio ha detto che l’annunciata nascita del provveditorato in Umbria ha creato una situazione singolare. Negli ultimi mesi dalla Toscana il trasferimento di detenuti ha avuto un’impennata: Terni, che dovrebbe avere una capienza di 420 detenuti, ha superato i 600 con un incremento del 30%. Il problema più grande nelle carceri è legato ai detenuti psichiatrici: sempre a Terni su 600 detenuti ce ne sono almeno 150. E per un detenuto psichiatrico serve impiegare molto più personale: il dato della carenza di organico e del sovraffollamento diventa macroscopico quando c’è carenza di istituti psichiatrici.
“Dietro alla rivolte piccole e grandi – ha sottolineato il garante – di norma ci sono detenuti arrivati dalla Toscana che spesso hanno problemi della personalità. Occorre intervenire soprattutto nell’area socio sanitaria: la presenza di psichiatri e psicologi è carente. Un detenuto psichiatrico in questa situazione viene visto 3-4 volte l’anno da uno specialista: una situazione in cui non si può impostare alcuna terapia. Molti detenuti hanno una certificazione medica di incompatibilità con il sistema carcerario – ha spiegato ancora Caforio – ma non ci sono strutture e quindi vengono ‘buttati’ in carcere. Con situazioni gravi come l’isolamento nel carcere di Capanne, che a volte viene usato come manicomio carcerario.
I direttori sono disarmati perché queste persone dovrebbero stare in un ospedale psichiatrico o in una Rems, che però non ci sono. C’è una situazione drammatica dove la civiltà tocca il fondo”.
Nell’istituto di Terni i detenuti presenti sono 597, 79 unità in più rispetto al 2023. Il numero delle presenze ha ampiamente superato la capienza regolamentare (422). Il personale di polizia penitenziaria previsto dalla pianta organica è di 243 ma il numero effettivo risulta di sole 215 unità.
Nel 2024 le istanze più frequenti dei detenuti in Umbria sono quelle di trasferimento in istituti di pena fuori regione per avvicinamento, colloqui con i familiari, per motivi di salute, di studio o di lavoro. La tutela del diritto alla salute rappresenta la preoccupazione principale delle persone detenute: difficoltà nella prestazione delle visite specialistiche e nella diagnostica quando essa debba avvalersi di medici e strumentazioni esterne agli istituti penitenziari, con ritardi nell’effettuazione degli interventi sanitari. Tali difficoltà derivano dall’insufficienza di prestazioni specialistiche in carcere, dall’ordinario accesso alle liste d’attesa dei servizi sanitari regionali e talvolta dalle difficoltà nella traduzione a opera del personale penitenziario.
Altro aspetto rilevante sotto il profilo sanitario riguarda le difficoltà di accesso ai medicinali prescritti a seguito di visite specialistiche e che spesso i detenuti non sono in grado di acquistare in autonomia per mancanza di mezzi.