I Comuni di Acquasparta e San Gemini ai ferri corti con l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria.
Motivo del contendere é quello che i sindaci Giovanni Montani e Luciano Clementella definiscono “un inaccettabile turn-over di dirigenti scolastici, che ha compromesso stabilità, progettualità e la stessa qualità dell’offerta formativa” dell’istituto comprensivo di Acquasparta.
Si tratta di un presidio educativo e sociale fondamentale, con oltre seicento studenti distribuiti in sei plessi, che negli ultimi anni è stato travolto da continui avvicendamenti.
Una scuola che ha i numeri e le potenzialità per camminare con le proprie gambe – affermano i due sindaci – che viene trattata come una realtà di serie B, costretta ogni anno a ricominciare da capo. Questo è un danno gravissimo per gli studenti, per le famiglie, per i docenti e per l’intero territorio.
I Comuni di Acquasparta e San Gemini chiedono con forza che venga assicurata immediata continuità nella guida dell’Istituto, senza nuovi avvicendamenti dall’alto, e che le decisioni vengano concertate con le amministrazioni locali e con chi vive quotidianamente la scuola.
“Questa scuola è il cuore della nostra comunità – sostiene il sindaco di Acquasparta, Giovanni Montani – e rappresenta un fiore all’occhiello per Acquasparta. Vederla destabilizzata ogni anno da decisioni imposte dall’alto è inaccettabile. Pretendiamo continuità e stabilità: la battaglia sarà dura, ma non cederemo di un passo”.
“La nostra comunità ha investito energie e risorse in questo Istituto – evidenzia il sindaco di San Gemini Luciano Clementella – che è un presidio fondamentale non solo educativo ma anche sociale. Non permetteremo che venga indebolito da scelte miopi e frammentarie. Siamo uniti in questa battaglia e andremo fino in fondo per difendere la nostra scuola”.
La scuola è il cuore pulsante delle due comunità. I sindaci ribadiscono la loro assoluta determinazione: questa battaglia non è negoziabile e non si arretrerà di un passo finché non verrà garantita la continuità che i territori pretendono e meritano.