Grande emozione e senso di responsabilità verso le aspettative della popolazione e le esigenze di una ricostruzione che ha bisogno di una accelerazione.
Questo è stato il senso e il messaggio del nono anniversario del tragico terremoto che, il 24 agosto 2016, alle ore 3,36, ha colpito Amatrice e le sue frazioni, provocando 299 vittime e distruzione.
Una ricorrenza che è stata caratterizzata per la prima volta dal rifiuto di invitare formalmente le istituzioni.
Una scelta maturata dall’Amministrazione comunale di Amatrice e dal sindaco di Fratelli d’Italia, Giorgio Cortellesi, per due ragioni: “dare dignità esclusiva al dolore e al lutto di una intera comunità e un segnale forte di interlocuzione rivolto alla politica”.
Dopo la veglia che si è tenuta durante la notte, questa mattina c’è stata la solenne deposizione della corona di fiori del governo, presso il monumento alle vittime del terremoto, sempre al parco Don Minozzi e subito dopo, la santa messa presso il Palazzetto dello Sport, officiata dal vescovo di Rieti, Sua Eccellenza Vito Piccinonna, il quale, nell’omelia, si è soffermato sulla necessità di pensare al futuro con spirito di comunione e solidarietà.
Ad Amatrice oggi è lutto cittadino.