“Enel vuole chiudere questa vicenda entro il mese di settembre, quindi i tempi sono ristrettissimi”.
A dirlo è l’assessore allo sviluppo economico del comune di Terni Sergio Cardinali in riferimento al posto di Teleconduzione della Centrale Enel che l’azienda vorrebbe sopprimere.
Per questo il 5 settembre le organizzazioni sindacali hanno indetto una manifestazione che si terrà davanti ai cancelli Enel, in Valnerina. “E noi saremo a loro fianco – ha aggiunto l’assessore – abbiamo scritto ai ministri Urso, Pichetto Fratin e Piantedosi perché è necessario intervenire assolutamente per scongiurare questa chiusura. Una decisione che è stata presa senza i necessari passaggi istituzionali e sindacali sul territorio”.
La chiusura, secondo l’assessore, comporterebbe rischi in presenza di eventi atmosferici eccezionali “cui ci stiamo abituando, il posto di teleconduzione serve a questo, serve a evitare che questi eventi si ripercuotano sull’assetto idrogeologico del territorio”.
L’assessore Cardinali ha poi paventato un altro rischio. quando dal 2029 ad Enel sarà tolta la gestione della centrale di Galleto. Se va in porto questa chiusura “ci troveremo senza un luogo fisico, una stanza dei bottoni per gestire bene la centrale”.
Inoltre “perdiamo posti di lavoro, anche se pochi (una decina ndr), perdiamo delle professionalità sul terreno delle conoscenze”.
L’assessore ha poi polemizzato con la regione Umbria a causa di una nota tecnica inviata il 11 agosto dalla protezione civile a Enel in cui, in pratica, si dava l’ok alla chiusura del posto di teleconduzione perché non sussistono rischi specifici. “Una cosa grave – ha detto Cardinali – nel momento in cui stiamo cercando di avviare, da soli, comune e provincia, un tavolo ministeriale per discutere di questione ambientale e della perdita di uno strumento di gestione delle centrali. Enel deve parlare con il territorio. Oggi abbiamo fatto ripartire lettere di sollecito ai ministeri interessati (industria, ambiente, Interno, ndr) e alla presidenza del consiglio per chiedere nuovamente un tavolo di confronto, aspettiamo di capire cosa farà la regione. Poi decideremo con le organizzazioni sindacali come alimentare la discussione e cosa fare”.