Ieri presso il caffè letterario della Biblioteca Comunale di Terni è stato presentato il romanzo “il cuore verde della Divina Commedia” .
Questo romanzo nasce dall’intuizione di Luciano Ragni e del professor Alessio Zenone che durante studi e discussioni, confrontandosi con altri studiosi interessati alla materia, sono arrivati ad individuare la presenza del sommo poeta in Umbria, e più nello specifico a Terni e nella Valle Ternana.
Le allegorie, le metafore, le similitudini della Divina Commedia richiamano – secondo gli autori – una geografia ben specifica, sicuramente molto nota all’Alighieri e che si rispecchiano nel tragitto che passa dal bastione spoletino attraverso le strade secondarie che conducono, valicando la Val di Noce, alla Valle Ternana.
E Terni ed il suo circondario sembrano proprio aver ispirato la selva oscura, il dilettoso monte, i luoghi allegorici che rappresentano la lonza, il leone e la lupa, il nobile castello degli spiriti magni e tanto altro. Nei luoghi restano rimembranze anche nei toponimi che richiamano la selva, la lince, il leone o Caronte. Il viaggio romanzato di Dante nel cuore verde dell’Italia non attende altro che essere scoperto.
Le comparazioni con le località vere e proprie e con le loro valenze simboliche ci regalano un viaggio che aderisce pienamente a quello immaginato dal padre della lingua italiana.
Ed è qui che hanno avuto l’ispirazione e l’illuminazione i due autori: dove poteva essere passato Dante nei suoi interminabili viaggi e nelle sue peripezie in giro per la nostra penisola? Dove poteva aver trascorso parte del suo lungo esilio, in ritorno da Roma e scacciato dalla sua amata Firenze?
Evitare il cuore verde d’Italia è molto difficile! Da un lato per la sua posizione al centro del bel paese, ne rappresenta proprio il cuore pulsante ed è difficile evitarla per trasferirsi da un versante all’altro dell’Italia.
Molti luoghi in cui è stato ed ha vissuto a lungo li conosciamo, ma da dove è passato, dove ha trascorso i momenti di transito, dove si è fermato quando si è spostato da un luogo all’altro sono cose che sono molto lontane dall’essere note. Abbiamo però alcune informazioni fondamentali che possono essere una prova, una traccia dei luoghi che lui ha attraversato.
La geografia dantesca a volte riesce ad essere molto chiara ed esplicita, in alcuni casi invece è allegorica ed ambigua.
“Con questo romanzo vogliamo raccontare quello che a nostro avviso è stato un percorso obbligato del sommo poeta – dicono Ragni e Zenone – dove è stato, cosa ha visto, cosa l’ha colpito, cosa ha deciso di rendere immortale inserendolo nella sua opera massima, quali sono i luoghi del suo viaggio dalla dannazione alla beatificazione, eccetera.
Certamente alcuni di questi luoghi sono delle meraviglie che lui ha ammirato nel suo peregrinare per l’Italia della fine del Medioevo visitando i suoi amici ed i signori che l’hanno sostenuto e l’hanno aiutato.
Obbligatoriamente nei tragitti tracciati dai suoi spostamenti ha dovuto vivere alcuni luoghi, sostare in alcuni di essi, ma soprattutto ha potuto ammirare quelle tante mirabilia sparse per il nostro stivale”.