L’accensione è stata dolosa. Non è che ci vorranno chissà quante indagini per scoprire che la causa dell’incendio di domenica scorsa a Nera Montoro è stata una “manina” con un fiammifero: in una umida notte di settembre l’autocombustione è quanto meno da escludere. Beh, arrivare a quei cumuli di gomma, rimasti dallo smaltimento dei pneumatici, mica è difficile, anzi è facilissimo! Non c’è alcuna recinzione e chiunque può accedere all’interno della ex fabbrica, compiere chissà quale misfatto. Tra l’altro troppe gomme ci sono ancora nei piazzali.
Un fatto sorprendente quello dell’accesso libero ad un sito pericoloso, con altre lavorazioni che debbono essere protette. Chi lo deve chiudere? Chi deve allestire un servizio di vigilanza? La vecchia proprietà, quella di Stefano Neri che a vedere le carte, si chiama fuori? Il liquidatore che deve vendere il sito così com’è? Di sicuro il Comune di Narni, e pure i Vigili del Fuoco, conoscono l’identità del responsabile e strano, molto strano che non venga associato alle proprie responsabilità che sono quelle della tutela della salute pubblica.
Tutto questo al di là della “vertenza” della grande puzza (a proposito ieri sera si sentiva anche dal Belvedere sulla Flaminia al Centro di Narni). Quell’area va trattata come deve, con le pinze, con l’attenzione dovuta ad un sito pericolosissimo, con tonnellate e tonnellate di gomme di tutti i tipi: se avessero preso fuoco domenica i vigili del fuoco ancora sarebbero lì e gli abitanti sfollati.
Intanto la prima cosa è quella di chiudere uno dei cancelli: che almeno coloro che vi si introducono passino nello stesso posto, più controllabile con telecamere. E soprattutto quell’area si deve vendere, si deve rendere produttiva dopo i fasti della Terni Chimica e le illusioni dell’avventura di Stefano Neri. E fatta ritornare una vera fabbrica con guardiani e recinzioni.
Le voci indicano l’imminenza di una nuova gara: la prima era andata deserta. E, sempre le voci, parlano di un interessamento di Asm Green, la società che smaltisce la frazione umida dei ternani, per lottizzarlo a piccole aziende del mondo del green, per tutto quello che significa. Ma chi vivrà vedrà.
Intanto però il pericolo è davvero molto grande.
