Si è svolta venerdì 17 ottobre, una riunione convocata dalla Regione Umbria, dall’assessore Thomas De Luca cui hanno partecipato i dirigenti di Enel Green Power la provincia e il comune di Terni nelle persone del capo di gabinetto Raffaello Federighi e dell’assessore Sergio Cardinali e le organizzazioni sindacali.
La riunione è stata convocata per fare il punto sulla situazione manutentiva degli impianti di produzione, lo stato di laghi e bacini e delle infrastrutture a servizio del sistema idroelettrico.
La discussione si è poi incentrata sulla vertenza del Posto di Teleconduzione, che continua ad essere considerato da tutte le istituzioni e dalle organizzazioni sindacali elemento necessario e imprescindibile per la sicurezza idrografica e per l’efficace mantenimento della infrastruttura produttiva nel suo complesso.
Il Posto di Teleconduzione, hanno sottolineato le istituzioni, è un fondamentale nodo per il governo complessivo del territorio. È indispensabile per i fattori legati alla sicurezza, ma soprattutto è imprescindibile nel sistema e nel modello di sviluppo economico, energetico ed occupazionale del territorio ternano e provinciale e si innesta inevitabilmente, per la sua importanza, nelle dinamiche di tenuta complessiva della regione.
Tutti i soggetti presenti al tavolo, ad eccezione di Enel, hanno ribadito l’assoluta contrarietà alla chiusura dell’attività che verrebbe accorpata ad una struttura sul territorio abruzzese. I motivi della contrarietà vanno dalla questione sicurezza nella gestione del sistema nel momento in cui i cambiamenti climatici ci abituano ad eventi sempre più pericolosi e violenti, la perdita di professionalità e know-how non più ricostruibile, l’ulteriore perdita di occupazione e il continuo ridimensionamento della presenza di organi direzionali di Enel.
Oltre questo anche l’insufficiente reinvestimento territoriale dei considerevoli guadagni della società energetica che sfrutta le risorse naturali del territorio. Provincia e Comune di Terni hanno ribadito che non intendono giocare un ruolo passivo di fronte ad una scelta arrogante della società che penalizzerebbe fortemente il territorio.
Al tempo stesso hanno sottolineato la continua esternalizzazione dell’attività dell’officina meccanica di riparazione della componentistica degli alternatori delle centrali idroelettriche, unica in Italia nel suo genere. Le istituzioni hanno unitariamente chiesto il ritiro del provvedimento ad Enel ed un confronto continuo su tutti i problemi legati all’utilizzo della risorsa idrica.