Due anni di crescita e presenza aumentata sul territorio con nuove sedi. Questo il bilancio tracciato dalla segretaria generale della Uil Pensionati dell’Umbria, Elisa Leonardi, nel corso del consiglio regionale della categoria, riunito a Terni per la prima volta, dove erano presenti anche il segretario generale nazionale UilP, Carmelo Barbagallo, il segretario nazionale organizzativo Pasquale Lucia e il segretario regionale Uil Fabio Benedetti.
“I numeri ci danno ragione – ha detto Leonardi – siamo cresciuti di quasi mille iscritti e siamo presenti su tanti territori, con altri che arriveranno. Abbiamo aperto a Ponte Giovanni e a Terni, a Todi, a San Giustino e stiamo lavorando per la Valnerina dove i nostri iscritti hanno bisogno di noi. Abbiamo portato avanti battaglie politiche importanti sulle pensioni, abbiamo fatto studi che dimostrano che per i pensionati sono venuti meno i servizi, dalle farmacie alle poste e alle banche. Chiediamo meno profitto e più risposte per chi rappresentiamo. L’Umbria è fatta di piccole realtà, dove spesso vivono anziani non sempre autosufficienti, quindi, chiediamo che venga investito su di loro. Nel cammino – ha aggiunto – c’è la piattaforma unitaria con i pensionati di Cisl e Cgil, con cui abbiamo incontrato i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione”.
“Il gruppo dirigente e la segretaria Leonardi hanno fatto un lavoro eccellente – ha detto Benedetti – portando risultati. C’è stato un cambiamento importante che ha concesso a tutti di crescere. In questi quattro anni abbiamo vissuto un momento di crescita importante e non ci siamo tirati indietro davanti alle difficoltà delle categorie. Questo è un momento di ragionamento importante che dovrà portarci a capire se e come potremo continuare. Entriamo in un percorso, quello del congresso confederale, che ci porterà a crescere”.

“In Umbria abbiamo fatto una scommessa che abbiamo vinto – ha detto Barbagallo – I pensionati vivono di più e noi dobbiamo lavorare per fare in modo che vivano anche bene. L’Umbria ha fatto un ottimo lavoro, senza il buon lavoro non aumentano gli iscritti. Con le Ada (associazioni degli anziani, ndr) dobbiamo riuscire a dare dei servizi aggiuntivi ai pensionati. Dobbiamo lavorare ancora di più perché negli ultimi anni il welfare che aiutava lavoratori, famiglie e pensionati è stato abbattuto. Un sindacato deve rivendicare i diritti e lottare per delle risposte, cioè essere sinistra sociale”.
“In passato dovevamo nasconderci come pensionati ha aggiunto – ma oggi i pensionati sono il 25% della popolazione e io rivendico che questi partecipino a tutte le lotte del Paese. Abbiamo 3,5 milioni di pensionati non autosufficienti ai quali il governo vuole aumentare del 30% le rette attraverso una norma presente nella legge finanziaria, ma per fortuna lo abbiamo impedito. Se non ci fossimo stati noi cosa sarebbe successo? Chiediamo da tempo di poter agire sulla leva del fisco, che nel nostro Paese se la prende sempre con i soliti. Continuiamo a lavorare per fare in modo che la nostra categoria sia un punto di riferimento per la nostra confederazione e ripartire dal basso”.














