Nelle scorse ore si è riacceso l’interesse per il futuro della Spea, quel pezzo di Conca ternana, una settantina di ettari alle porte di Narni Scalo. C’è stato un intervento di Paolo Tagliavento, alto dirigente di Società delle Scienze Umane, di cui è presidente Stefano Bandecchi, il sindaco di Terni, nel quale non è stata nominata la Spea ma il riferimento ad essa è parso evidentissimo. Va ricordato a questo punto che un paio di anni fa Stefano Bandecchi aveva acquisito dal demanio l’intera area della Spea. Tagliavento spiega come l’università bandecchiana ha in mente di trasformarla, un percorso (già avviato) che porterà alla realizzazione di strutture di altissimo livello, non solo in ambito sportivo ma anche nel settore universitario, della ricerca e della formazione avanzata.
Beh, una soluzione finale inaspettata ma che lascia grandi aspettative per l’area che l’insipienza di molti politiici ha voluto che rimanesse così. Università e sport, non necessariamente unite nella finalità ma unite nell’area che può ospitare qualsiasi cosa. Intanto quando Bandecchi era il proprietario della Ternana pensava, le voci erano quelle, di farci un mega centro sportivo sulla scorta di Milanello, che è più piccolo della Spea. Poi il progetto è caduto per le note vicende ma la realizzazione di un centro sportivo tout court a servizio di chi vuole, rimane sul piatto.
Ma quello più importante, e nuovo, è il campus universitario con tanto di ricerca e formazione avanzata, un’idea nuovissima sul fronte dello sviluppo narnese. Non è pensabile al momento prefigurare quale potrebbe essere grande lo sviluppo ed in un’area come quella, con un’ l’attrazione massima. E la racconta bene Tagliavento:
“Si tratta di investimenti che non mirano solo a potenziare l’offerta del territorio, ma a generare eccellenze in grado di elevare il profilo della città, attrarre talenti e offrire nuove opportunità ai cittadini, ai giovani e alle realtà professionali che ruotano attorno al mondo dello sport, della cultura e dell’istruzione”. Tutto comunque, tranne che attendere altri ottantatré anni, di incuria e mancanza di prospettiva.
Chissà se ad una visione del genere ci saranno opposizioni: certo, ci vorrà un piano industriale convincente, ma Bandecchi/Tagliavento lo presentaranno di sicuro ma le contrarietà e la voglia che tutto rimanga fermo sono di sicuro già in movimento: nessuno dimentica che ai tempi, il sindaco Luigi Annesi riuscì a trovare consensi purché non si fosse fatta Mirabilandia 2, un investimento da duemila posti di lavoro.













