“Le barchette sono il recupero della purezza, il gioco di un bimbo. Io sono nato praticamente su una spiaggia e il mio primo gioco è stato con le barchette di carta. Ora sto imparando a disimparare tutto ciò che ho imparato crescendoIo”.
Così nascono le opere di Pasquale Bruno, pagine di un diario artistico per raccontare un umano percorso esistenziale, un viaggio introspettivo tra i suoi luoghi, il Lido Coroglio, l’isola di Nisida, golfo di Napoli, il Vesuvio, ma anche il Patrono San Gennaro e naturalmente le immancabili barchette con i polpetti.
“Il polpo è testimone dell’abisso ed è tentacolare come i vicoli di Napoli, la mia città”.
Polipetti rosso sangue espressione di passione e martirio, devozione e superstizione, superstizione rappresentata con i cornetti portafortuna.
La carriera artistica di Pasquale Bruno è iniziata da poco più di un anno, cioè da quando il figlio Francesco gli ha regalato una tavoletta wacom. Con la Digital Art Giglèe, utilizzando nove colori, realizza vivide opere che poi fa stampare in Puglia.
Per la sua mostra “Sos al mondo …salvate la barchetta di carta”, Bruno ha scelto il Met di piazza Tacito a Terni. Sono diversi anni, infatti, che vive in città con la famiglia, scelta per comodità “quando sono arrivato mio figlio andava a scuola, ma non mi sono mai pentito, mi sono trovato molto bene. Nei miei amici ternani, però, trovo una grave mancanza: l’orgoglio di appartenenza. Ci si lamenta dell’appiattimento che ha portato l’acciaieria e si dimenticano le belle teste che Terni ha avuto. Con l’orgoglio di appartenenza si risolverebbero tanti problemi”.
La mostra di diciotto lavori di Pasquale Bruno intitolata “Sos al mondo…salvate la barchetta di carta” sarà visibile al Met sino a fine dicembre.