“Il carcere di Terni è ormai vicino alle 500 presenze e accoglie detenuti As2, As3, 41bis, comuni, protetti comuni e protetti As3.
L’istituto, pur se implementato con un nuovo padiglione, non è in grado di assicurare la giusta divisione dei soggetti e non creare una inevitabile promiscuità.
Il personale, pur se adeguato rispetto alle vecchie piante organiche del 2012, è già in sofferenza, più del 50% del personale presente non è del posto, non è in grado di assicurare continuità, e quasi 50 unità beneficiano di distaccamenti per motivi vari.” La denuncia è del sindacato UGL della polizia penitenziaria.
“La situazione alla Direzione del carcere di Terni – scrive la UGL – è sfuggita inevitabilmente di mano, il reinserimento e il trattamento rieducativo è uno dei compiti del Corpo di polizia penitenziaria ma la sicurezza intramuraria ed esterna non può venire meno.
La situazione sta degenerando non solo per il personale ma per l’intera città che è preda di infiltrazioni criminali. ”
L’Ugl ha gridato a più riprese questo allarme ma nessuno l’ha mai raccolto. Negli ultimi mesi l’Umbria è entrata a far parte del Provveditorato della Toscana con tutte le problematiche che ne sono conseguite
Sfollamenti e soggetti problematici dall’istituto di Firenze vengono trasferiti sia al carcere di Terni che di Spoleto, eludendo le normative dell’Ordinamento penitenziario che indicano espressamente i motivi per la traduzione in altri istituti.
Il Prap (Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria) della Toscana, con una nota inviata dall’Ugl, è stato invitato a rispettare la capienza, la disponibilità e la sicurezza negli istituti.”