“Serve una maggiore fluidità nella presa in carico dei malati di Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica e una maggiore unificazione del percorso con le aziende territoriali”. Lo hanno detto i dirigenti della sanità umbra e dell’azienda ospedaliera di Perugia, Gianni Giovannini e Diamante Pacchiarini, in una audizione che si è svolta nei giorni scorsi presso la Terza Commissione dell’Assemblea legislativa umbra, su richiesta del consigliere regionale di Fd’I, Marco Squarta.
I dirigenti della sanità umbra e dell’azienda ospedaliera perugina hanno spiegato che “il budget a disposizione per la Sla, composto da risorse nazionali e da quelle del Fondo regionale per la non autosufficienza, ammonta a 10 milioni di euro l’anno, cifra che riguarda tutti i pazienti in condizione di non autosufficienza. In base al Prina (Piano regionale integrato per la non autosufficienza) i malati di Sla devono avere la priorità, quindi almeno il 40 per cento deve essere riservato a disabilità gravi o gravissime. Tali risorse vengono ripartite fra tutti i distretti sanitari dell’Umbria, che decidono come utilizzarle, anche con progetti personalizzati per i disabili e non soltanto di carattere sanitario ma anche sociale e, in alcuni casi, di erogazione di denaro. Le risorse non sono sufficienti a coprire tutte le necessità – hanno detto – ma nemmeno scarse: i 10 milioni del budget per la Sla servono sia per il mantenimento dei servizi che a sostenere economicamente i pazienti. Nel primo semestre del 2015 sono stati erogati per i malati di sla assegni di sollievo per 278mila euro e 391.728 euro sono stati impiegati per i malati gravissimi. Esiste una classificazione in tre stadi sulla base della gravità della malattia”.
“Per quanto riguarda il contributo annuale di 50mila euro della Regione – hanno spiegato Giovannini e Pacchiarini – viene impiegato per il funzionamento del Centro, che si avvale di assistenza sociale e sanitaria. Ovviamente, trattandosi di un ospedale, l’assistente sociale serve anche gli altri pazienti. Un terzo dei 50mila euro servono per i medici, poi c’è l’assistenza a domicilio. La fisioterapia è delegata al territorio perché nell’azienda ospedaliera non c’è Fisiatria, mentre le Asl hanno ottimi centri dedicati, come a Passignano e a Ponte San Giovanni. Il Centro serve per la diagnosi di malattie rare, quale è la Sla, e ha quindi funzioni di certificazione e presa in carico del paziente. In Umbria – hanno concluso i due dirigenti sanitari – ve ne sono 51 presso l’Azienda ospedaliera di Perugia, 23 a Terni, 6 a Foligno e 6 a Città di Castello”.