foto Stefano Principi
nella foto di copertina Salif Dianda al momento del suo ritorno in campo dopo l’infortunio
E così anche l’ultimo componente di quella squadra che nella stagione 2011-2012 fece innamorare ed impazzire la tifoseria rossoverde per la promozione conseguita in serie B ha lasciato Terni. Si, Salif Dianda non è più un giocatore della Ternana, ma di sicuro il suo nome resterà impresso nella mente dei tifosi e degli addetti ai lavori ternani per alcuni tratti che lo hanno caratterizzato in questi 5 anni di milizia in rossoverde: giocatore di grandi prospettive purtroppo minate da un brutto infortunio, grande impegno e grande spirito di sacrificio oltre ad una solarità e ad un sorriso che caratterizzava la sua espressione.
Arrivato a Terni con un curriculum non certo straordinario alle spalle dimostra, invece, in quella Ternana di Toscano di essere un giocatore preziosissimo per la sua corsa, per la tecnica e per la sua generosità che mette a disposizione della squadra. E grazie alla sua applicazione e all’intuizione dell’allora tecnico Mimmo Toscano il suo miglioramento, anche a livello tattico, lo porta ad essere uno dei giocatori più bravi nella categoria in quel ruolo.
Doti che conferma anche nella stagione successiva: 29 partite disputate a grande livello, poi quel terribile infortunio, era la sera del 28 marzo 2013 e al Liberati era di scena il Brescia, quello scontro con Andrea Caracciolo che ha rischiato di troncargli la carriera. Lesione del crociato anteriore e collaterale è il responso dei primi accertamenti e la prospettiva di 2 interventi per sperare di continuare a giocare.
Giorni difficili per Salif ( nella foto accanto a Villa Stuart ) anche dopo l’intervento, che, però, non si scoraggia; duro lavoro in palestra dopo l’operazione per la rieducazione e poi il ritorno per i primi passi, ottobre 2013, sul terreno di gioco. Ricordiamo ancora i suoi primi passi intorno al campo del Mirko Fabrizi alla Gabelletta. Il suo calvario, però è ancora lungo, è ancora irto di difficoltà e di insidie.
Lui non si dà per vinto e la fortuna vuole, questa volta si che possiamo dire che è fortunato, che trovi sulla sua strada un professionista che crede ciecamente nel suo recupero. Quel professionista è Edoardo Renosto, il preparatore atletico di Attilio Tesser, che gli fa presente che il percorso di recupero sarà difficile e tormentato e caratterizzato da lacrime e sangue. Lui, Salif, a cui non fa difetto il coraggio e la voglia di sacrificarsi, accetta la sfida. Giorni, settimane, mesi a lavorare duramente da solo o con il professor Renosto nei ritagli di tempo in cui il prof non è impegnato con la prima squadra.
Lui, però, è sereno e convinto di potercela fare così come è convinto il professore, confortato dai progressi che Salif ( nella foto accanto con il professor Renosto ) fa registrare giorno dopo giorno.
Il lavoro dà i suoi frutti e Salif è pronto per i primi test in partita che effettua con la primavera rossoverde fino ad arrivare alla partita casalinga con il Crotone. E’ il 17 gennaio 2015, sono trascorsi 22 mesi da quella terribile serata del 28 marzo 2013, e Salif Dianda viene convocato da Attilio Tesser. E’ uno dei panchinari, ma al 19′ del secondo tempo viene chiamato in campo dal tecnico per sostituire Popescu.
E’ un momento emozionante per tutti: per Salif che ha vinto la sua sfida personale, per il professor Renosto che ha creduto ciecamente nel suo recupero e per il pubblico ternano presente che solo per pochi beniamini ha riservato così tanto e sentito affetto.
E’ Maresca, però, a rovinargli la festa perché al 90′ lo espelle caricando di amarezza una serata indimenticabile per Salif.
Tesser lo farà giocare altre due partite ed in estate viene confermato dalla società rossoverde. Lui come sempre ci mette l’anima per guadagnarsi il posto da titolare, ma purtroppo sarà chiamato in causa solo tre volte nel girone di andata. La stessa cosa accade nella stagione in corso: 3 presenze alla fine del girone di andata.
E siamo alla parte finale della favola di Salif in rossoverde: capisce che non può trovare spazio con una certa continuità ed allora cede alle lusinghe del Martina che si avvarrà della sua serietà professionale, delle sue capacità calcistiche e delle sue folate perché Salif è un giocatore recuperato a tutti gli effetti e giocare con continuità gli permetterà di tornare ai suoi livelli e riguadagnare quella categoria che gli calzava a pennello.
E noi glielo auguriamo con tutto il cuore perché sappiamo perfettamente quello che ha dato, quello che ha sofferto, per tornare giocare.
E siamo sicuri che lo farà sempre con quel suo sorriso di ragazzo simpatico e rispettoso di tutto e tutti che ha contraddistinto la sua permanenza in rossoverde.
In bocca al lupo, Salif!
Nella foto sopra Edoardo Longarini mentre incoraggia Salif a Villa Stuart